Al Parlamento regionale l’Udc ha spedito Lillo Firetto, sindaco di Porto Empedocle, e la riberese Margherita La Rocca. All’Ars ha calato il bis. Al Parlamento nazionale invece lo scudocrociato agrigentino rischia seriamente e concretamente di restare con la casella vuota. Il più avanzato è l’assessore comunale di Palazzo dei Giganti, Nino Amato, che occupa la settima posizione nella lista per la Camera dei deputati nella Sicilia Occidentale. Forse un po’ tropo dietro per potere sperare.
“Non è proprio così – spiega dal coordinatore regionale del partito, Gianpiero D’Alia – e ve lo spiego pure. Sia io, che sono capolista, che il vice capolista, opteremo per altri collegi. Dunque si parte dal terzo posto. E allora sono convinto che se otterremo, come immagino, un ottimo risultato un agrigentino a Montecitorio ci sarà”.
Amato quindi comici ad incrociare le dita. “Io mi sono messo al servizio del partito – spiega – e come sempre ci metto la faccia, ottenendo risultati positivi”. Chi avrebbe avuto la garanzia di fare il suo ingresso a Montecitorio sarebbe stato Marco Zambuto.
“E’ stato lui a rinunciare – conferma D’Alia – ci ha detto no per continuare ad amministrare la sua città”. E all’incontro di oggi, che si è tenuto in un albergo empedoclino, è stata proprio l’assenza del sindaco di Agrigento a saltare subito agli occhi. Non foss’altro per le voci che si rincorsi in questi giorni circa un suo raffreddamento con l’Udc. “Non voglio parlare di questo, è gossip”. Taglia corto Lillo Firetto. Poi però è un fiume in piena quando parla di campagna elettorale. Nel mirino il Pdl e Berlusconi. “Basta coi suoi proclami, con le sue promesse non mantenute – evidenzia Firetto – bisogna cambiare pagina”.
E alla kermesse presenti anche, oltre all’altro deputato agrigentino, Margherita La Rocca, anche gli assessori di Crocetta, Ester Bonafede e Patrizia Valenti. Quest’ultima, che ha la delega alle Autonomie Locali, sollecitata sulle polemiche scaturite a seguito dall’annuncio del Governatore circa la date delle elezioni amministrative in Sicilia, afferma: “Stiamo valutando di rivedere le date del 21 e 22 aprile, di spostare in avanti le elezioni per consentire all’Ars di lavorare serenamente e proficuamente per il varo del bilancio”. La data potrebbe essere quella di fine maggio, quando alle urne ci andrà il resto del Paese. Resta allora il nodo delle Province. “La riforma sarà certamente fatta – assicura l’assessore Valenti – noi non vogliamo comunque cancellarle. Magari si potranno; rivedere gli assetti, le competenze e quant’altro dopo il voto. Ma vedremo”.