Elezioni vinte per una mangiata di voti con una maggioranza politica bulgara in Consiglio Comunale.
Appena 18 mesi e si passa da una giunta politica ad una tecnica, o meglio ad una giunta del sindaco. Il consiglio comunale ormai recita un ruolo marginale vuoi per la mancanza di strategia politica vuoi perché Manganella da politico navigato, è riuscito a sbarazzarsi di tutti, onorevole Bosco compreso.
Le ultime elezioni regionali diventano la resa dei conti con un secondo tempo alle politiche che ripristina una iniziale situazione politica. Manganella era riuscito a fare fuori dallo scenario politico con un colpo due protagonisti della sua elezione: l’on. Bosco e il vice sindaco Messinese. Nel mezzo le nozze d’argento della primavera favarese con il megafono. Sembra tutto perfetto,
Manganella ha campo libero e una copertura politica con il governo regionale. Purtroppo per lui arrivano le elezioni di due giovani favaresi Nino e Tonino, pupilli di Alfano e Panepinto. Ed allora i conti non tornano più. Iniziano le trattative sottobanco per ripristinare una giunta politica, con consiglieri comunali ormai “scionti” dai partiti, dalle liste e da ogni riferimento politico, che iniziano a tessere nuovi meccanismi per sostituire gli attuali assessori.
Di mezzo una città allo sbando con i problemi rimasti insoluti e anzi aggravati; una disastrosa situazione economico finanziaria delle casse comunali con il paventato e rinviato dissesto concordato.
La politica a Favara ormai si vive solo per momenti e non per una seria programmazione politica. I partiti o quello che è rimasto, non riescono ad individuare uomini e donne, con un programma di pochi punti e realizzabile in poco tempo. I veti incrociati il personalismo regna nelle stanze comunali; gli interessi ed il bene della collettività vengono ogni giorno assecondati alle personali esigenze dei politicanti di turno.
Manganella fin d’ora è stato bravo sulle strategie politiche, è riuscito quasi sempre a spuntarla. Da parte sua una grande pecca: quella di affrontare la dialettica politica con un puro personalismo spesso ingiurioso e offensivo. Serve una bella doccia di umiltà, rimettendo nelle mani della politica le sorti del paese.
In questo momento le guerriglie, le vendette e l’arroganza politica non serve al paese. Fra un po’ la crisi economica nazionale ci travolgerà inesorabilmente e tutti i protagonisti della politica devono assumersi la responsabilità politica di provare a salvare il salvabile. Tonino e Nino, del resto come il PD e il PDL a livello nazionale, devono (hanno l’obbligo morale verso il loro paese), recitare il loro importante ruolo di registi della politica a Favara, altrimenti che cambino pure la residenza. I consiglieri comunali tutti e nessuno escluso devono aprirsi alla città e rappresentare realmente i bisogni del paese.
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Protagonisti nemmeno dei propri condomini sono! Tanto si andrà a votare presto, Napolitano si dimette e tutti a casa!