“Il tanto famigerato e chiacchierato decreto Gui-Mancini non esiste. Anzi siamo di fronte ad un provvedimento disinnescato già in partenza”. Parola dei consiglieri comunali di Agrigento Gerlando Gibilaro e Michele Malia, che oggi sono tornati alla carica. Parole forti, ma non solo parole. I due, che in aula hanno formato il gruppo indipendente di responsabilità politico amministrativa, si sono presentati in conferenza stampa con una montagna di carte.
Il primo a parlare è stato l’ex di Grande Sud, il quale ha sfornato, carte, atti, documenti e planimetrie per dimostrare che quanto è stato, fini qui, applicato, in ordine alla perimetrazione della zona A del parco archeologico della Valle dei templi, “va rimesso tutto in discussione” . Almeno nella parte che riguarda il vincolo archeologico. “E’ un vincolo fantasma – aggiunge Gibilaro – il decreto, oltre ad essere stato abrogato, non porta la firma di Luigi Gui, allora ministro della Pubblica Istruzione, delega che includeva i Beni Culturali, ma reca la firma del ministro Mancini che era titolare del dicastero ai Lavori Pubblici. Poi il famoso e incriminato articolo 2 bis non è rintracciabile”.
Per non farla lunga, dalle carte esibite, ripercorrendo l’intrecciarsi articolato legislativo in materia, Gibilaro e Mallia , con grande determinazione, consegnano un’altra, clamorosa, verità rispetto a quella che negli anni si è fatta strada.
Il delicato e spinoso argomento è tornato alla ribalta, dopo qualche anno di letargo, un mesetto fa, quando in aula, proprio su iniziativa di Gibilaro, è stata approvata all'unanimità dal consiglio comunale una mozione per chiedere all'amministrazione attiva di avviare una verifica per un possibile restringimento dei confini della zona A del parco archeologico della valle dei templi.
E oggi i due consiglieri si spingono addirittura e paradossalmente oltre. “Si ravvisa – spiega il consigliere comunale, Michele Mallia, ex assessore, la necessità di portare in aula, considerato che il decreto Gui- Manicni non esiste, una variante urbanistica per vincolare quelle zone attorno alla valle dei templi che non sono tutelate”.
Insomma, nuove rivelazioni, novità significative che certamente sono destinate ad innescare altre infuocate polemiche. E non sono mancate neanche le provocazioni. Gibilaro, dando per buono il decreto Gui-Mancini, “ma ovviamente non è così – osserva – vorrei sottolineare come sulla perimetrazione della zona A si sia consumata fin in qui una notevole discriminazione. Dando uno sguardo alla mappa si capisce subito come le zone a Nord, Viale delle Vittoria, San Vito etc, vengono considerate in modo diverso dalla zona a Sud: mi riferisco a Poggio Muscello, Maddalusa e cosi via. Due pesi e due misure” – tuona Gibilaro che poi conclude: “se il decreto vale, allora applichiamo i suoi effetti nell’intero confine. Altrimenti a che gioco giochiamo?”.