“Un appello al Governatore della Sicilia e all’Assemblea Regionale Siciliana affinché, con specifico intervento legislativo, non si proceda all’istituzione delle Circoscrizioni di Decentramento previste dalle norme regionali anche per i comuni con popolazione inferiore ai 100.000 abitanti”. A scrivere a Rosario Crocetta e ai deputati di Sala d’Ercole è il Coordinamento dei Comitati di Quartiere di Agrigento nato, assieme ad altre associazioni e movimenti, per dare voce alle esigenze della collettività caratterizzate dallo stato di malessere in cui si trova oggi la città.
L’organismo si rivolge anche al Consiglio Comunale di Agrigento per un’audizione o un dibattito pubblico sulla materia. “E questo a seguito del prossimo coinvolgimento di aula Sollano – si legge nella nota – che sarà chiamata ad adottare le proposte di modifica dello Statuto comunale in merito “all’ istituzione delle Circoscrizioni in città, così come già deliberato dalla Giunta Zambuto”.
“Si è infatti convinti infatti che tali istituti, utili nelle città metropolitane dove la complessità dei problemi e la situazione del territorio quasi impongono un modello organizzativo basato sul decentramento amministrativo – prosegue la nella nota del coordinamento – non svolgerebbero alcuna utile funzione nelle città più piccole, dove invece si andrebbe molto probabilmente ad aggravare soltanto una situazione finanziaria già molto precaria senza alcun vantaggio concreto e reale per il comune ed i suoi cittadini.
Le Circoscrizioni agli occhi della gente apparirebbero, infatti, quasi certamente, quali ulteriori centri di potere nei quali esercitare la solita politica clientelare e dove “sistemare” una miriade di presidenti e consiglieri con ulteriori aumenti dei costi della politica”.
Si è coscienti che nel panorama politico odierno la voce proveniente da un semplice Coordinamento di Comitati di quartiere, che non rappresenta grandi numeri, possa rimanere inascoltata; pur tuttavia si confida nella sensibilità delle Istituzioni e del Parlamento siciliano, che solo nello scorso mese di marzo ha abolito le Province regionali, perché anche la voce dei pochi e degli ultimi possa avere attenzione e, possibilmente, accoglienza.
Risulta difficile pensare che quel Parlamento che da un lato elimina un Ente ritenuto non più utile alle necessità della Sicilia e dei siciliani, dall’altro vada ad istituirne di altri ugualmente non confacenti ai bisogni della gente.
Ad Agrigento non ci si limita alla sola applicazione della norma regionale, ma si va oltre, istituendo un "delegato per il territorio della Circoscrizione", di nomina sindacale, che “dovrebbe” rappresentare le esigenze della gente, e viene prevista la possibilità di costituire “Consulte delle Circoscrizioni” delle quali, sempre il Sindaco sarebbe il referente.
A modesto avviso dello scrivente ci si appresta a realizzare un papocchio che, oltre a creare una confusione incredibile, determinerà, se possibile, un ulteriore peggioramento dei servizi, già oggi quasi inesistenti e con un livello qualitativo che definire pessimo è generoso.
Già la sola reintroduzione delle Circoscrizioni ed il conseguente decentramento amministrativo non ha senso in una Città di appena 60/70 mila abitanti dove le necessità del territorio sono conosciute perfettamente da tutti, ma ancor di più non si comprende il motivo per cui vengono introdotte nell’ordinamento comunale la figura del Delegato sindaco e le Consulte delle circoscrizioni.
Qualcuno avanza l’ipotesi che così facendo si vengono a creare solo nuovi posti di potere, nuovi stipendifici, attraverso i quali i partiti potrebbero continuare la politica clientelare che ha contraddistinto la cosiddetta “Seconda Repubblica”, senza, di contro, alcun vantaggio per la comunità.
Chi scrive, invece, senza volere esprimere giudizi di natura politica, si limita a costatare la inutilità delle Circoscrizioni e del Delegato sindaco anche alla luce della esperienza del passato, ed a temere gli inconvenienti che la loro istituzione potrebbe determinare; inconvenienti riconducibili essenzialmente:
- ai costi per il bilancio comunale;
- al funzionamento della macchina burocratica ed amministrativa comunale.
In ordine al primo punto, come detto prima, nonostante la norma preveda per il comune con popolazione compresa tra 50.000 e 100.000 abitanti la possibilità di istituire i consigli circoscrizionali senza oneri di spesa a carico del proprio bilancio, non si comprende come ciò possa avvenire dato che le indennità o i gettoni di presenza per i Presidenti ed i Consiglieri di circoscrizione dovranno essere erogate visto che in nessuna parte della normativa è prevista la prestazione gratuita del mandato.
Ma, a parte ciò, il funzionamento delle Circoscrizioni ha certamente un costo; locali, spese telefoniche ed elettriche, attrezzature, personale addetto, etc., sono assolutamente necessari a rendere funzionanti le circoscrizioni e di conseguenza le spese relative non possono che gravare sul bilancio comunale.
La reale impossibilità di realizzare le Circoscrizioni senza alcun onere per il bilancio è il motivo che, a giudizio dello scrivente, in base ai dettati normativi, non rende obbligatoria la loro istituzione, contrariamente da quanto sostenuto dagli Uffici comunali e dichiarato dal Sindaco.
Di contro, il decentramento così ipotizzato renderebbe ancora più farraginosa e pesante una macchina burocratica ed amministrativa comunale già in crisi di efficienza.
Ad aggravare ancor più la situazione ad Agrigento contribuirebbe, poi, la nascita del Delegato sindaco con un groviglio ed un accavallarsi di rapporti e competenze che nessun regolamento sarebbe in grado di dirimere.
Alla luce di quanto sopra argomentato si ribadisce il giudizio negativo da parte Coordinamento dei Comitati di quartiere sulle Circoscrizioni sul Delegato del sindaco e conseguentemente anche sulle Consulte delle Circoscrizioni” – conclude la nota.
Non si è fatta attendere la replica del sindaco. “La lettera aperta di codesto Coordinamento necessita di talune precisazioni in ordine all’obbligatorietà delle Circoscrizioni di decentramento comunale, che trova la sua ratio giuridica nell’art. 11 dalle legge reg.le nr. 22 del 2008, che al comma 1 stabilisce espressamente “I comuni con popolazione superiore a 50.000 abitanti articolano il proprio territorio per istituire le circoscrizioni di decentramento, quali organismi di partecipazione, di consultazione e di gestione dei servizi di base, nonché di esercizio delle funzioni delegate dal comune”.
La disciplina delle circoscrizioni di decentramento, come novellata dalla legge reg.le 22, consta di due distinte ipotesi giuridiche:
- una fascia di obbligo di istituzione delle circoscrizioni decentrate, per i Comuni con popolazione superiore a 50.000, con vincoli di organizzazioni (commi 1, 2 e 3)
- per i Comuni con popolazione da 50.000 a 250.000 abitanti è prevista, invece, la facoltà di istituire i Consigli istituzionali, prevedendo, inoltre, per quelli fino a 100.000 abitanti senza oneri di spesa a carico dei bilanci. (commi 5,6,7 e 8)
Questo Comune, con popolazione superiore a 50.000 abitanti, non può sottrarsi all’obbligo giuridico discendente dalla precitata norma, obbligo richiamato, peraltro, nella direttiva inviata a questo Comune dall’Assessorato delle Autonomie locali e della funzione pubblica con prot. nr. 139120 del 30 settembre 2010 con oggetto: “Articolo 11 legge regionale n. 22 del 2008 – circoscrizioni di decentramento”.
In detta direttiva, è ribadita l’obbligatorietà dell’istituzione delle Circoscrizioni di decentramento, per questo Comune, quali organismi di partecipazione, consultazione e gestione dei servizi di base e di funzioni delegate dal Comune, imponendo a questo Comune di darne attuazione attraverso l’adeguamento dello Statuto comunale.
Il previsto “delegato per il territorio della Circoscrizione”, è l’organo funzionale per assicurare un collegamento organizzativo tra le sedi decentrate e la sede centrale del Comune.
La istituzione delle circoscrizioni di decentramento con la nomina di un delegato , senza alcun onere a carico del bilancio comunale, non indebolisce la fattiva partecipazione dei Comitati di quartieri, anzi ne rafforza la rappresentatività.
Per ottimizzare la partecipazione democratica di tali Comitati, liberi movimenti civici, è stata, infatti, prevista la possibilità per ciascuna circoscrizione di promuovere e costituire una propria Consulta, quale organismo rappresentativo a base volontaristica. Le previste Consulte, quale organo consultivo possono essere promosse e costituite dagli stessi Comitati di quartiere, valorizzando in tal modo l’esperienza maturata nel territorio dei propri componenti.
In sede di adozione dell’apposito regolamento si provvederà a dettagliare l’organizzazione delle Consulte ed i rapporti con l’Amministrazione, come già previsto nel proposto art. 64 dello Statuto” – evidenzia Marco Zambuto