Continua la nostra intervista con Fabio Amato, presidente dell’Associazione Archeologica “Finziade” di Licata.
Presidente, secondo te quali ulteriori potenzialità potrebbe avere nel territorio della nostra provincia un’associazione come la vostra?
Di associazioni come la nostra ce ne sono tante in provincia, tutte animate da persone con una spiccata passione per l’archeologia. A mio avviso, però, per riuscire a promuovere con successo un territorio, oltre alla passione, occorrono professionalità e competenze, acquisibili solo dopo aver maturato una profonda conoscenza del territorio in oggetto. E’ grazie all’attività di ricerca sul campo che si gettano le basi per una seria valorizzazione del patrimonio archeologico. Penso che le associazioni, purché formate da personale qualificato, dovrebbero ricevere maggiore spazio nell’ambito della ricerca e della promozione dei beni culturali, poiché possono contribuire positivamente alla sensibilizzazione di un’intera comunità locale e costituire un elemento di traino per l’economia e per lo sviluppo turistico di tutta la provincia.
Ringraziandoti per la tua gentile disponibilità, potresti anticipare ai lettori qualche vostro progetto futuro al quale state lavorando?
Di progetti in cantiere ne abbiamo tanti e non saprei da dove iniziare nel descriverti i nostri programmi. Tuttavia uno mi preme in particolar modo: il restauro dell’affresco medievale recentemente scoperto dalla nostra associazione sulle pareti della chiesa rupestre di San Calogero di Licata, raffigurante il volto di un monaco con ciuffi di capelli sulle tempie e sulla fronte, forse riferibile all’iconografia di San Calogero al quale fu dedicato il complesso rupestre. Allo stato attuale sono in atto fenomeni di crollo degli intonaci superficiali in cemento che, a diretto contatto con l'intonaco affrescato, rischiano di provocare il distacco delle preziose pitture. Della scoperta abbiamo interessato Don Giuseppe Pontillo, direttore dell’ufficio Beni Culturali della Curia di Agrigento, con cui abbiamo creato delle modalità di concertazione e inviato una dettagliata relazione in Soprintendenza nella quale venivano elencati i danni subiti e i principali rischi al quale, a causa dell’incuria, è sottoposto il sito. Da febbraio ad oggi la Soprintendenza non si è ancora pronunciata sulla questione. Mi auguro che, dopo il terremoto scoppiato in soprintendenza in seguito alla rotazione e alla nomina dei dirigenti, torni la calma, e che gli uffici preposti alla tutela riprendano a lavorare con serietà. Noi saremo lì a controllare ed a pressare, affinché vengano messe in sicurezza le porzioni di intonaco che, senza un adeguato intervento di consolidamento, rischiano di perdersi per sempre.
Antonio Fragapane