Rosaria Spataro
Rischiano di innescare una querelle istituzionale le affermazioni che l’on. Giovanni Panepinto ha affidato nei giorni scorsi ad un comunicato dove, senza mezzi termini, il parlamentare siciliano del PD rivendica a gran voce le prerogative che il ruolo e le norme riconoscono al Parlamento siciliano e di conseguenza i suoi rappresentanti.
Lo scorso 23 aprile, come è noto, veniva approvato dall’Assemblea Regionale Siciliana, un ordine del giorno, a firma dello stesso Panepinto, che impegnava il Governo regionale a sospendere l’efficacia del Piano Paesistico della Provincia di Agrigento per un periodo di 120 giorni entro il quale, tutte le componenti interessate (ordini professionali, amministratori, comuni,…), si sarebbero ulteriormente attivate al fine di migliorare quegli aspetti del Piano che avevano sollevato pesanti dubbi e molte proteste, soprattutto tra gli addetti ai lavori e gli esponenti delle amministrazioni comunali che mal avevano digerito le ulteriori restrizioni che lo strumento urbanistico imponeva.
Giovanni Panepinto si rivolge al Presidente dell’Ars Giovanni Ardizzone richiamandolo al compito di difesa delle prerogative e della funzione del parlamento regionale ed il 14 maggio scorso, il parlamentare del PD, in un comunicato stampa a sua firma dichiara: “Il valore ed il ruolo dei parlamentari e della stessa Assemblea regionale siciliana rischiano di essere vanificati dalla mancata consequenzialità dell’azione dell’esecutivo che, non tenendo conto degli atti di indirizzo votati dall’aula, pone una seria ipoteca sull’importanza del Parlamento siciliano. Lo scorso 23 aprile – ricorda il parlamentare PD nella lettera indirizzata al Presidente – l’Assemblea regionale ha approvato un ordine del giorno con il quale il Governo veniva impegnato a procedere alla ‘sospensione dell’efficacia del decreto assessoriale concernente il piano paesaggistico di alcuni ambiti della provincia di Agrigento’. Ad un mese dall’approvazione dell’ordine del giorno, – continua – a quanto pare per un parere contrario degli uffici dell’assessorato ai beni culturali, non risulta alcun atto da parte del governo regionale. Di fronte a tali comportamenti che rischiano di far diventare il parlamento prigioniero della burocrazia – insinua Panepinto – ci sarebbe da domandarsi se non sarebbe più serio dismettere un costoso apparato quale quello dell’Ars. Un’evenienza paradossale – conclude – che mi porta a chiedere un intervento a difesa delle prerogative e della funzione di un’assemblea espressione della volontà popolare”.
Le decise affermazioni dell’esponente del PD siciliano, rischiano dunque di provocare un ulteriore scollamento all’interno della Regione Siciliana, tra la componente istituzionali rappresentata dall’ARS e la burocrazia nella veste dell’Assessorato Regionale ai Beni culturali, paesaggistici ed ambientali , anche perché ad oggi, non risultano comunicazioni o chiarimenti in merito alla vicenda ne dall’Assessore ai BB.CC. ne dai vertici dell’assessorato.
Sicilia ON Press. Tutti i diritti riservati. Testata giornalistica registrata al Tribunale di Agrigento al n. 314 del 10/01/2013. Direttore: Franco Pullara. Società editrice: SE.CO.FORM. S.R.L.
Sito creato da Salvo Vinciguerra Architetto.
Nessun commento
e