Valentina Piscopo
Si respira aria di gioventù romana alla Tenda di Abramo di fra Giuseppe. Infatti dal 17 al 25 giugno sono ospiti presso il Convento Sant’Antonio di Favara 20 ragazzi, accompagnati da tre professori, provenienti dal Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II di Roma. Stiamo parlando di quattordicenni, quindicenni e sedicenni che , a scuola terminata, hanno preferito dedicare una parte delle meritate vacanze estive, alla solidarietà, al volontariato e all’integrazione del “diverso”. E hanno scelto la Tenda di Abramo di Frà Giuseppe. Semplice le loro giornate cosi come semplice e genuino è il loro parlare con accento romano. La mattina, sveglia alle 7.30 ( ridono e fanno smorfie quando lo dicono, le 7.30 è l’alba quando si è in vacanza) colazione in refettorio tutti insieme in armonia. Poi il gruppo si divide. Alcuni restano in convento per aiutare i ragazzi della Tenda di Abramo a svolgere le loro attività quotidiane; altri si recano alla mensa della Solidarietà “Porte aperte” di Agrigento; il terzo gruppo, infine, svolge attività di volontariato presso “Villa degli Angeli” che ospita uomini e donne con disturbi mentali.
La sera di nuovo tutti insieme a cena. C’è tanta energia in loro ed intorno a loro quando, in un andirivieni continuo, organizzano tutto per la partita dell’Italia che si svolgerà tra meno di mezz’ora. Perché, si sa, lo sport unisce ma il calcio in particolar modo abbatte tutte le barriere, linguistiche e sociali in primis. Con emozione e sorrisi imbarazzati mi anticipano il programma di sabato. “ Sabato mattina andiamo al mare insieme ai bambini dei quartieri del centro storico e con i ragazzi della tenda di Abramo”. Siamo pur sempre in Sicilia, nella terra del sole, del mare a uno schiocco di dita e dell’accoglienza senza limiti. Iniziano a prendere confidenza e, come se fosse un segreto, mi dicono che chiamano Frà Giuseppe “Frà Turbo”…a quanto pare si è guadagnato l’appellativo sul campo ( delle strade favaresi, in una giornata di fretta). Il tempo scorre, ma è come se fossero passati pochi minuti. Favara è deserta. Giungono echi in lontananza di incoraggiamento per la partita del mondiale: Italia- Costa Rica, partita importante per la qualificazione. Li lascio andare, e con Frà Turbo..opsFrà Giuseppe, andiamo all’orto vicino dove sono impegnati due giovani ragazzi della Tenda. Annaffiano le rigogliose piante di meloni gialli, le piante di sedani, le lattughe, i pomodori e le viti, piccole ma “che il prossimo anno porteranno l’uva”, dice Frà Giuseppe. Mi raccoglie due lattughe e fiero mi dice “ Queste lattughe sono buone, sono biologiche”. Mi racconta tante storie il frate amico che abbiamo imparato ad amare. Mi parla delle difficoltà economiche che deve affrontare quotidianamente e di un’amministrazione comunale sorda; del suo rapporto con gli 11 ospiti nella tenda di Abramo che vedono in lui tutto, un amico, un assistente sociale, un insegnante, una guida, un padre… Tante, troppe le cose dette per essere racchiuse in un unico articolo. Nel frattempo, la partita dell’Italia è già iniziata. Saluto Frà Giuseppe e ricordo a me stessa di andare a trovare al più presto. Salgo in macchina, carica di emozioni, entusiasmo e allegria dei ragazzi di Roma, che contagia anche me. Ed in cuor mio, spero che anche gli studenti favaresi siamo più generosi ed aperti. E, nel frattempo, non posso non pensare, ai nostri politici locali. Ognuno di loro ha in ogni angolo della casa, il fantomatico “specchio delle mie brame” rivisitato. Non chiedono più “ chi è la più bella del reame?”, ma “chi sarà il prossimo assessore?”…Forse dovrebbero interrogare Meno lo specchio e Più le loro coscienze…perché fuori c’è una realtà magnifica e si chiama Confraternita della Tenda di Abramo!
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