E’ botta e risposta tra l’Italcementi e i sindacati attraverso la stampa. Ieri la notizia della proclamazione dello sciopero dei lavoratori dello stabilimento di Porto Empedocle, alla quale è seguita una breve nota dell’azienda con la quale ribadiva che i licenziamenti sono il frutto di decisioni già annunciate da tempo e dovuti alla crisi del mercato del cemento. Adesso arriva la nota dei segretari generali provinciali Massimo Raso, Maurizio Saia Aldo Broccio che definiscono inaccettabile il fatto “che dopo tante discussioni, vertici, tavoli e convocazioni, l’unico esito possibile possa essere il licenziamento di 52 lavoratori! Un’altra dura mazzata alla povera economia di questa Provincia! Adesso non c’è più da perdere nemmeno un minuto: occorre decidere e in fretta.
L’Azienda Bergamasca deve dirci cosa intende fare concretamente del sito di Porto Empedocle, se davvero non esiste nessuna possibilità di investimento in questa area del Paese; deve spiegarci le ragioni del tardivo incarico a NOMISMA per trovare un futuro a questo Stabilimento; deve dirci con serietà le possibilità concrete di accordo con la Società ITALKALI.
Le Istituzioni Regionali e Nazionali devono intervenire per salvare l’occupazione e il reddito di queste famiglie, per convincere ITALCEMENTI a restare; ma soprattutto devono investire concretamente sulle infrastrutture e su una nuova edilizia ecosostenibile e che punti all’efficienza energetica.
E’ su questo terreno che vanno concentrati gli sforzi per salvare, insieme ad ITALCEMENTI a Porto Empedocle, l’intero settore che è agonizzante: debbono ripartire le opere, quelle grandi e quelle piccole, quelle legati agli investimenti privati (come il rigassificatore) e quelli pubblici per migliorare la qualità della vita.
CGIL CISL UIL saranno a fianco dei Sindacati delle costruzioni alla testa di tutte le lotte che saranno utili per salvare il posto di lavoro”.
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