Scritto da Valentina Piscopo
Ieri sera il campetto di calcio dei Padri vocazionisti si è ricoperto dei colori della Pace. Senza fare comunicati stampa o imprese mediatiche, il Partito democratico di Favara, guidato dal deputato nazionale Tonino Moscatt e dal segretario di circolo Carmelo Vitello, ha organizzato una partita di calcetto coinvolgendo i tanti militanti appassionati di calcio. Nobilissimo l’obiettivo principale della partita : dire No alla guerra! “Una partita, un match simbolico, come fossimo calciatori di pace. Un calcio alla guerra!”
A parlare è l’on. Moscatt , sempre sensibile e testimone attento della società. “ In giorni come questi- continua Moscatt- in cui non cessano odio e morti tra israeliani e palestinesi, siamo scesi in campo con tante maglie variegate come i colori della bandiera della pace. Stasera il circolo Pd di Favara è presente, eravamo in tanti, e di questo sono contento”.
Inoltre gli uomini del Pd sono scesi in campo anche per dare un sostegno economico a Padre Uriel. “ Per aiutare Padre Uriel compreremo due stelle ( iniziativa “Accendi una stella”), uno a nome mio e l’altra a nome del Pd”, dice Tonino Moscatt. Ma lo sport è soprattutto un modo per stare insieme e divertirsi. In quel momento non c’era l’onorevole sempre in giacca e cravatta, così come non ci sono stati discorsi politici.
C’erano solo tanti uomini che correvano dietro ad un pallone, accomunati dallo spirito di fare gol ed esultare. C’erano solo Tonino, Carmelo, Francesco, Totò, Antonio, Rogero, Peppe ed altri che, come fanno gli amici, si sono organizzati per trascorrere una serata insieme. E tra un tiro in porta ed un rigore , dopo 60 minuti la partita è finita “stranamente” in pareggio. Ma a nessuno dei giocatori interessava la vittoria in sé. Nessun premio o nessuna coppa li aspettava a fine partita. E non importa se questa mattina si saranno svegliati con qualche crampo o dolore muscolare.
La certezza di aver dato, seppur limitato e nel proprio piccolo, il proprio contributo li ripagherà di tutto.
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E mentre i lor signori del Pd stanno a cazzeggiare con il pretesto
della questione palestinese – sembra incredibile, ma trovano
sempre qualcosa che funga da arma di distrazione di massa,
e in questo Moscatt si è rivelato un vero cavallo di razza: migranti, minori non accompagnati, centri di accoglienza, palestinesi, tutto tranne il dramma della disoccupazione e della miseria incipiente –
nelle case dei favaresi sono arrivati i bollettini di pagamento della
Tari e di Girgenti acque.
Gli importi sono da capogiro, al punto che non si può più parlare
di tassazione, ma di vera e propria “estorsione”; ovviamente non
per tutti, ché a pagare sono i soliti polli, quelli conosciuti e registrati all’anagrafe dell’ufficio tributi del Comune, mentre la massa degli evasori può continuare a dormire sonni tranquilli.
Il bello, comunque, deve ancora venire, in quanto per la Tari,
nulla si sa della portata reale delle nuove tariffe e, soprattutto,
nella lettera di spiegazione sulla nuova imposta, nulla viene detto
sulla consistenza dell’acconto: se è del venti, del trenta o del cinquanta per cento. La sorpresa arriverà, come per l’uovo di
pasqua, a novembre.
Trovi allora il tempo Moscatt – tra un catenaccio e un contrattacco,
un takle in scivolata e un gol in zona cesarini – di interpellare pubblicamente il suo compagno di partito Sasà, l’ex capopopolo
che coltivava da sempre il piccolo sogno – proporzionato, diciamo,
alla statura del personaggio – di diventare Sindaco di questo scalcagnato paese. E gli chieda conto, magari spalleggiato dal clericalotto di ultra destra, l’attuale segretario del pd locale, di tre
anni di disastri e di promesse disattese (“Riporteremo la legalità
nelle stanze del Comune” o “Gli evasori avranno vita difficile”,
tuonava infatti il satrapo de noantri all’inizio del suo mandato).
Gli chieda, inoltre, se risponda al vero il “do ut des” scellerato di
cui tutti parlano: aumento delle tariffe in cambio di assunzioni clientelari e mantenimento in servizio dei duecento parassiti in esubero, assunti a tempo determinato con mansioni di giardiniere, addetto alla pulizia del cimitero, manutenzione varia, che bivaccano invece nei vari uffici del Comune.
E, visto che non v’è alcun bisogno di aspettare una risposta su ciò che tutti sanno, abbia il coraggio, se non di chiederne le dimissioni (che non arriveranno mai), almeno di farlo espellere dal partito.
Io, per parte mia, l’ho già deciso dallo scorso anno: niente
pagamento di tasse per servizi inesistenti che, per usare un eufemismo, si rivelano “contributi forzosi”, utili ad alimentare
e mantenere un sistema corrotto e perverso.
Meglio, a questo punto, il dissesto finanziario, con il conseguente taglio dei rami secchi: canoni di locazione, convenzioni con cooperative, articolisti, lavoratori socialmente inutili, etc.