La Formazione professionale in Sicilia ricorda “La terra dei cachi”, la canzone di Elio e le Storie Tese cantata al Festival di Sanremo 1996, che racconta la vita e le abitudini dell’Italia travolta da scandali su scandali, con il suo ritornello “Italia si Italia no….”
Oggi è stata sentita dalla Procura della Repubblica, l’assessore alla formazione Scilbra e contestualmente sono partire le difese del Presidente Crocetta che ha, senza mezzi termini, addossato ogni responsabilità amministrativa alla Dirigente Generale Corsello. A questo punto, dopo che anche l’assessore al Lavoro, aveva scaricato la stessa dirigente Corsello, la posizione della giovane Scilabra, come per magia, sembra essere stata recuperata, anche dai suoni di clacson dei Giovani Democratici di Palermo.
Politicamente in altri periodi a parte invertite sarebbero arrivati i marines, i caschi blu con gli elicotteri; invece anche questa volta, piuttosto che umilmente ammettere l’errore, imputando l’enorme flusso di richieste telematiche, si insinua che “qualcuno vuole abbattere il piano giovani”.
Insomma la Formazione in Sicilia è proprio una sorta di “Terra dei cachi” delle Storie Tese, nella quale si difende l’indifendibile. Ogni azione amministrativa è frutto di precisi atti di indirizzo politico, verso i quali l’assessore, il politico, ne assume dinanzi alla collettività ogni responsabilità, ogni onore e onere.
Sarebbe fin troppo facile addossare le colpe ad una dirigente quando le cose vanno male e viceversa, ricavarne i meriti se da un atto amministrativo se ne traggono benefici politici. Sarebbe veramente semplice e banale poter fare politica. A questo punto, persino una bambina iscritta al quinto anno fuori corso alle scuole elementari potrebbe fare l’assessore alla Formazione, all’Istruzione e all’Università.
In tanti, ad ogni modo, si stanno domandando cose ne pensa la dottoressa Corsello delle esternazione fatte sia del presidente Crocetta che degli Assessori Bruno e Scilabra e se stia pensando, venuta meno la fiducia politica, di rassegnare le dimissioni dall’incarico di super dirigente regionale.
Una cosa appare scontata, così come ha fatto, precedentemente, per difendersi da Antonio Ingroia, anche in questa occasione la Corsello che gode di stima professionale dal supremo segretario generale Patrizia Monterosso, dovrebbe pubblicamente meglio spiegare come sono andati i fatti e le circostanze.
Sarebbe un gesto di grande dignità e onesta intellettuale che i siciliani si aspettano.
fotomontaggio di Massimo Parisi.
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