Ad Agrigento si è sbagliato sulla forma di turismo, come dire si è fatta confusione e così “anziché impegnarci per una cultura del turismo – a prlare è Giuseppe Di Rosa – vediamo la nascita di nuovi centri d’accoglienza nella città. Ma quale direzione vogliamo realmente intraprendere? Lungi da me voler essere razzista, ma bisogna fare un’attenta riflessione su quanto sta accadendo. L’apertura di nuovi centri d’accoglienza per migranti nell’ex struttura dell’Asl in Viale Cannatello a Villaggio Mosè e in Via Damareta in pieno centro città, rappresenta una sconfitta. Non possiamo catapultare oltre 700 persone in un quartiere nato per il commercio e per il turismo (circondato da iper mercati, attivita’ commerciali varie e b&b) ed oltre 300 in piena città oltre quelli già esistenti. Li accogliamo, ci prendiamo cura di loro, ma cosa offriamo? Una città in ginocchio e assolutamente inefficiente. Figurarsi se siamo in grado di dar vita a nuovi centri d’accoglienza”.
E a questo punto a Di Rosa sorge un dubbio: “Forse che queste strutture rappresentano posti di lavoro per un indotto di ditte riconducibili sempre e soltanto agli amici degli amici? Per non parlare dell’aspetto della sicurezza: nonostante siamo la città del ministro dell’Interno, le forze dell’ordine hanno sempre di più organici ridotti e mezzi fatiscenti”.
Quale sarà il futuro della città quando si consumano “convegni sull’immigrazione e sull’accoglienza anziché sullo sviluppo turistico della nostra città(a vocazione turistica). E con potenziali candidati sindaco e Presidente del Consorzio Turistico favorevoli al rigassificatore ed alle strutture ad esso annesse?”
Giuseppe Di Rosa si fa le domanda e lascia agli altri le risposte.
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DI ROSA: “A CHI INTERESSA IL BUSINESS DEI CENTRI DI ACCOGLIENZA ?”
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