Si è tenuta questa mattina, 6 febbraio 2015, il convegno dal significativo titolo il “GIORNO DELLA MEMORIA E DEL RICORDO” .
La manifestazione, organizzata dal comune di Favara, dal Liceo “M.L.King”, A.N.P.I. , l’associazione culturale “Penna sottile” e la Società agrigentina Storia Patria, si è articolata in due momenti. Alle ore 9.30 presso la Chiesa Madre si è celebrata una messa in suffragio di tutte le vittime delle guerre. A partire dalle ore 10.30, nella sala del collare del Castello Chiaramonte si è dato vita al convegno il “ Giorno della memoria e del ricordo”.
Alla presenza degli studenti del Liceo M.L.King , di una delegazione dell’Istituto “G. Ambrosini” nonché di familiari di partigiani che hanno dato la vita, si è parlato dei drammi, del dolore e del sangue versato nelle guerre che hanno sconvolto l’umanità. A prendere la parola il Sindaco di Favara Rosario Manganella, il dirigente del Liceo “M.L.King” Salvatore Pirrera; il consigliere comunale Calogero Castronovo – Anpi Favara; il prof. Giuseppe Crapanzano – Presidente Ass. Cult. “Penna Sottile” ed autore del libro “l’Istria di Gina” ; il prof. Domenico Svettini , con la sua toccate testimonianza di profugo; il cav. Giovanni Allotta; il Prof. Attilio Dalli Cardillo di “Società Agrigentina Storia Patria” e l’On. Angelo Capodicasa. Ad arricchire la nutrita manifestazione, la proiezione di un video realizzato dagli alunni del King, le letture tratte proprio dall’Istria di Gina a cura di Giusy Moscato. Il convegno è stato moderato da Valentina Piscopo. Tutti gli interventi erano legato dallo stesso filo conduttore: condannare la violenza, l’intolleranza e l’odio nei confronti degli uomini. A tal proposito, ancora una volta è stato ribadito dallo stesso sindaco Manganella, la marcia della pace che si terrà a Favara giorno 26 febbraio alle 16.00.
La “marcia della pace”, organizzata da Fra Giuseppe insieme all’Imam di Agrigento, si pone il nobile obiettivo di dire No all’intolleranza fra i popoli. Intolleranza che sfocia, sempre più spesso, nell’odio più disumano e crudele il quale, partendo dalle diversità etniche, religiose o di colore della pelle , ne vuole giustificare la violenza. Invece Favara deve e vuole farsi promotrice di amore ed uguaglianza, organizzando la marcia insieme ai musulmani, sotto lo stendardo della Fraternità. Che poi, a ben pensarci, è quello che siamo, cioè tutti Fratelli aldilà di razza, colore o religione. Come testimonia ogni giorno La Tenda di Abramo dei frati francescani, simbolo più alto e tangibile di amore e condivisione.