Fra Giuseppe Maggiore
Mi è stato chiesto di formulare un augurio per tutti voi, vorrei in cambio di scrivere delle sterili parole entrare nelle vostre case, in maniera particolare dove ci stanno dei problemi seri legati alla mancanza di lavoro, alla malattia o altro e regalarvi un sorriso stringendovi la mano e trascinarvi fuori alla luce di un Sole che ci illumina. Vorrei ascoltare con voi quella Voce che ci esorta ad alzarci con coraggio. “Coraggio alzati il maestro ti chiama” cosi dicono alcuni uomini al cieco di Gerico al passaggio di Gesù.
Alzarsi è il verbo della resurrezione. Alzarsi significa risorgere. Abbiamo davvero bisogno di risorgere, di accogliere questo passaggio di Gesù che ci trascina dalla morte alla vita.
Vorrei davvero prendervi tutti per mano e infondere coraggio a risorgere.
Capovolgere i macigni delle nostre tombe, da tutto ciò che ci incatena e gridare a squarciagola: Coraggio, disoccupati. Coraggio voi che state perdendo il lavoro. Coraggio, giovani senza prospettive, amici che la vita ha costretto ad accorciare sogni a lungo cullati, non evadete in surrogati di felicità.
Coraggio voi del centro storico che state in catapecchie che da un momento all’altro possono cadere.
Coraggio voi fratelli immigrati, non scoraggiatevi facilmente ed evitate strade impervie e tortuose.
Coraggio, gente solitaria, turba dolente e senza volto.
Coraggio, fratelli resi tristi dal peccato, che la debolezza ha infangato, che la povertà morale ha avvilito.
Il Signore è Risorto proprio per dirvi che, di fronte a chi decide di “amare”, non c’è morte che tenga, non c’è tomba che chiuda, non c’è macigno sepolcrale che non rotoli via.
Ma coraggio anche noi uomini di Chiesa, battezzati, operatori pastorali, catechisti, ministri dell’eucarestia, frati, suore e sacerdoti. Usciamo dalle nostre strutture mentali, costruiamo una chiesa di strada che ama cingersi il grembiule per lavare i piedi ad ogni uomo e donna che soffre. Iniziamo a gridare a squarciagola come il profeta Geremia denunziando le varie ingiustizie. Coraggio
Ma abbiate coraggio anche voi istituzioni civili. Abbiate il coraggio di non sporcare un’arte nobile come la politica, abbiate il coraggio di difendere i lavoratori, di proteggere i poveri di custodire i giovani garantendo un futuro. Abbiate il coraggio di abbandonare i sentimenti di egoismo, non sodisfate i vostri interessi ma siate generosi con il popolo a voi affidato, non traditelo.
Usciamo tutti insieme dai sepolcri, rotoliamo i macigni facciamo entrare la Luce, facciamoci invadere dall’Amore vero quello senza limiti per gridare con gioia Cristo è risorto e con lui anche noi, anche Favara.
Auguri vostro servo in Cristo Fra Giuseppe Maggiore
1 commento
Io ci sono…mi alzo e mi ri/alzo, dopo che la vita mi butta a terra…torno ad alzare la testa, come se rispondessi alla voce che ‘dentro’ mi sussurra e poi mi grida di alzarmi. Lo grida così forte che crea, intorno a me, un’onda d’urto coinvolgente anche dei miei familiari, del mio prossimo…e nell’alzarci/mi mi sovviene una forza che solo Dio è capace di dare a chi non si piega ai problemi ma li affronta senza s/conforto e con la convinzione che gli ‘ostacoli’ sono stimoli per andare oltre i nostri limiti che non si fermano in ‘croce’ ma vanno oltre… verso la ‘resurrezione’ delle parti necrotiche che ci ‘viviamo’ morendo…dare vita alla non/vita che abbiamo dentro è partecipare fattivamente alla Pasqua…ed auguro a tanti di ‘abitare’ la vita in ogni sua piegatura…Buona Pasqua a voi!!!