Gaetano Airò
Manganella va avanti a costo di licenziare gli assessori che non firmeranno la sua proposta di un appalto dalla durata di sette anni e con il, presumibile, mantenimento dei costi attuali.
Non lo ferma nessuno. E nessuno mai è riuscito a fermarlo nel danneggiare la città. Chi lo ha fermato sull’arbitrato Aipa? Chi lo ha fermato nella mancata applicazione delle misure correttive chieste dalla Corte dei Conti? Chi lo ha fermato e lo ferma nella esposizione bancaria dell’Ente.
L’opposizione ha cercato in tutti i modi di arginare i danni e il sindaco allo stesso modo ha cercato il metodo migliore per farsi approvare le sue proposte dal Consiglio comunale portando atti importantissimi alla scadenza, all’ultimo minuto, quando non si può scegliere più la soluzione migliore, ma il danno minore.
La storia dell’appalto dei rifiuti non si è iniziata ieri, ma almeno due fa. Si è perso tempo. Uno sa che deve fare una certa cosa e perde tempo. Ovviamente non lo farebbe se il danno ricadesse sullo stesso soggetto, ma è il popolo che paga. Saremo noi a pagare per questo ritardo e per il pessimo modo di amministrare la città.
E siccome Manganella ha scelto la strada dei patti chiari e amicizia lunga per i suoi assessori, voglio comportarmi alla stessa maniera con il sindaco, anticipandogli che neppure sotto tortura gli voterò favorevolmente la sua proposta di un appalto dalla durata di sette anni. Circa 40milioni di euro che dovremo pagare per un servizio, fino ad oggi, scadente.
Nelle città virtuose, Favara lo sarebbe stata se non avesse avuto la disgrazia di essere amministrata da Sasà, il servizio è diventato un reddito per le casse comunali e non un buco che disperde le risorse economiche dei cittadini.
Allora saremo in due a non fermarci: il sindaco determinato a proporre un appalto di sette anni e io a bocciarlo inesorabilmente. E non sarò il solo. Manganella ha una maggioranza e una tessera di partito, loro devono dargli una mano d’aiuto a dare il colpo di grazia a Favara.