Pasquale Cucchiara – Presidente Circolo Culturale LiberArci
Per tanti anni, noi siciliani, ci siamo sentiti meno italiani degli altri per via del nostro “presunto” mancato contributo nella Resistenza. Si è avuta la percezione che il 25 Aprile fosse una festa buona solo per il nord. Questo, soprattutto i leghisti, ci rimproverano.
In realtà nella nostra Sicilia, già dal 1922, operarono diversi apparati clandestini che si opposero con coraggio e dignità al fascismo. Non a caso migliaia di persone andarono a finire al confino di polizia a causa di questa dura opposizione nei confronti della dittatura. L’attività antifascista del favarese Calogero Boccadutri la dice lunga sull’impegno dei alcuni siciliani contro il regime. Egli, per incarico di Salvatore Di Benedetto (partigiano ed in seguito senatore del PCI), si trasferì a Caltanissetta, centro propulsore dell’antifascismo siciliano, dove divenne capocellula. All’interno di questa organizzazione clandestina c’erano personaggi del calibro di Leonardo Sciascia, Emanuele Macaluso, Gaetano Costa, poi assassinato dalla mafia il 6/08/1980, Niccolò Piave, grande antifascista nisseno di primo piano e, soprattutto, Pompeo Colajanni, politico, antifascista e partigiano che divenne comandante delle Brigate Garibaldi della Valle Po, distinguendosi, con il nome di battaglia di “Nicola Barbato”. Dopo lo sbarco degli americani in Sicilia, l’8 settembre e lo smembramento dello Stato italiano sono stati molti i nostri soldati, emigrati o volontari che decisero di caricare i fucili per contribuire a scacciare i tedeschi dall’Italia e dai paesi occupati come l’ex Jugoslavia e l’Albania. Oggi, finalmente, si stima che siano stati oltre 5000 i siciliani che combatterono nelle brigate partigiane al nord.
Oggi è obiettivo dell’ANPI Sicilia incoraggiare pubblicazioni locali cha mirano a riportare alla luce tutti quei partigiani “sconosciuti” che dopo il 25 aprile sono tornati nelle proprie case nel pieno anonimato. Secondo le mie ricerche, in questo grande processo di Liberazione nazionale, possiamo vantare la partecipazione di ben 21 favaresi, tra cui ricordiamo: Gaetano Moscato (papà del giornalista Peppe Moscato), i fratelli Giuseppe Angelo e Antonio Lombardo (rispettivamente zio e papà dell’attuale consigliere comunale Michele Lombardo), ma anche Carmelo Milioti, Calogero Criminisi Pietro Presti e tanti altri. Fra essi, spicca la figura di Antonietta Fava. Essa combatté all’interno delle SAP “Lanfranco” (squadre azione patriottica) in Piemonte con nome di battaglia “Anna”. Urgeva sfatare, anche a Favara, il luogo comune che vuole la Resistenza geograficamente e umanamente delimitata. Non si tratta di eroi costruiti ma di gente, come noi, che non esitò a sacrificarsi per ripristinare la libertà e la democrazia in Italia.
Al fine di tramandare questa importante pagina di storia nel nostro paese, in passato, furono intitolate, dalle amministrazioni precedenti, le vie Agliata e Galiano (un favarese deportato nei campi di concentramento), e piazza Gallo. L’attuale amministrazione con delibera giugno 2014 ha intitolato due vie cittadine ai partigiani Fanara e Piazza.
Inoltre, nel settembre del 2015, è stato inaugurato all’interno del consiglio comunale di Favara, il quadro raffigurante il partigiano favarese Calogero Fanara. Il quadro è stato installato proprio all’interno dell’aula Falcone – Borsellino, grazie all’impegno del Presidente del Consiglio Comunale Salvatore Lupo, su proposta dell’ANPI di Favara.
L’opera è stata commissionata dai figli Angelo e Salvatore. Ricordiamo che il partigiano Fanara si distinse all’interno della 6a Divisione Garibaldi “S. Bonfante”, ad Imperia, con nome di battaglia “Favara”.
Intanto, venerdì 29 Aprile, i rappresentanti degli studenti dell’università Kore di Enna (Tiziano Spada e Stefano Dell’Arte), mi hanno invitato insieme al sindaco di Favara Rosario Manganella e al presidente provinciale dell’ANPI Angelo Lauricella, a partecipare in un seminario che parlerà del contributo dei siciliani nella Resistenza. Sarà una buona occasione per parlare della Favara che non si è piegata ai fascisti e ai nazisti.