Mancano poche ore, ormai, alla scadenza di eventuali apparentamenti elettorali, ma dalle dichiarazioni delle due condententi alla prestigiosa carica di sindaco, nessuna delle due, pare, abbia intenzione di farvi ricorso.
L’una, la BRUCCOLERI, credo sia stata tirata per i capelli dagli aspiranti all’ingresso dell’Aula Falcone-Borsellino, ma la Preside ha tenuto duro, bruciando le loro aspettative. Di conseguenza, costoro, per usare un eufemismo, si sentono liberi di votare per chi vogliono.
L’altra, la ALBA, come è costume del Movimento 5 Stelle, non ha preso in considerazione per nulla l’ipotesi di apparentamento.
La palla passa adesso al popolo, chiamato a decidere chi ci governerà per i prossimi cinque anni (o presunti tali).
Ho letto dei commenti che non condivido assolutamente sul fatto che le donne abbiano soppiantato l’altro genere.
Guardando ai voti riportati dai sette candidati, in effetti sembrerebbe così, ma non mi convince questa chiave di lettura, a mio avviso, semplicistica e sessista.
Secondo me, l’affermazione della BRUCCOLERI, che, tuttavia, perde il 50% dei voti ottenuti dalle tre liste di appoggio, nasce dal fatto che, tutto sommato, era sostenuta dall’unico partito presente nella competizione elettorale con il proprio simbolo, il PD e da due liste, una delle quali faceva e fa capo all’on. Bosco che non ha avuto il coraggio di metterci la faccia, presentando una lista con il simbolo NCD.
Anna Alba ( senza volerne oscurare i meriti che pure ha) prende molti più voti della sua lista ( un vero e proprio flop) e arriva al ballottaggio, non perché la migliore candidata, ma semplicemente perché, oggi, 5 Stelle tira e chiunque si fosse candidato ( maschio o femmina che fosse) sarebbe arrivato, grosso modo, allo stesso risultato.
Chi, tra le due, sederà nella poltrona, una poltrona che scotta, ma sempre di una poltrona si tratta, è ancora presto per dirlo.
A me, tuttavia, sembra che la favorita a diventare sindaco, prima donna sindaco della Città di Favara ( un traguardo storico!), sia proprio quest’ultima, per il semplice fatto che votare 5 Stelle, oggi, é “In”, é una specie di moda, é un modo di contestare, a torto o a ragione, i partiti tradizionali, é, piaccia o non piaccia, il ” nuovo” che avanza!
Le mosse tattiche e strategiche della Brruccoleri, finora, fatte sono state negativamente dirompenti, prima perché ha spaccato il PD, il maggior partito azionista della coalizione, dividendolo tra buoni e cattivi e scegliendo il “rinnovamento” o, forse sarebbe meglio dire il “ringiovanimento” che, però, non ha portato voti.
Infatti, quando ci sono le elezioni, bisogna, per forza di cose, contarsi ed i numeri stanno a dimostrare, ancora una volta, che quando ci si spacca, si perde, ma la Preside, poverina, non é una esperta in fatto di elezioni e, quindi, sarebbe stato corretto e intellettualmente onesto da parte di chi la guidava, aprirle gli occhi.
Ma non l’hanno fatto. Perché?
Inoltre la candidata di “Favara nell’anima” non è apparsa, a giudicare
dai voti riportati ( – 50% dai voti delle liste) molto credibile, a partire dai programmi fumosi, aerei, demagogici, fuori dalla grazia di Dio, conditi, se vuoi con belle parole e da citazioni intellettualistiche che i cittadini dei quartieri popolari non sapevano che farsene.
Queste campagne elettorali si vincono includendo e non escludendo, con l’unità dei gruppi dirigenti e con programmi di facile ed immediata comprensione.
Cose che sono mancata alla candidata degli onorevoli Moscat e Bosco.
Rosario Manganella