Avv. Salvatore Virgone
Gentile Direttore,
mi viene richiesto un intervento sulla vicenda giudiziaria, denominata enfaticamente “Criminal Drinks” e non mi sottraggo all’onere, pur dovendo sottolineare la mia scarsa inclinazione a disquisire fuori dal contesto tipicamente giudiziario, classico e naturale contenitore di ogni questione tecnico giuridica.
Ho sempre pensato che i processi debbano celebrarsi nelle aule di un Tribunale e che quando una vicenda giudiziaria ne varca la soglia, è sempre pronta l’ingannevole trappola della speculazione e della congettura.
Ma non posso che esprimere il mio sincero apprezzamento per la precisione e puntualità con la quale avete voluto filtrare le notizie correlate alla vicenda giudiziaria in esame, la quale ha oggi vissuto un passaggio fondamentale con l’ordinanza del GIP di Agrigento, dott. Stefano Zammuto, che non ha convalidato il fermo disposto domenica scorsa dal PM, rigettando la richiesta di applicazione di misura cautelare.
Il GIP ha offerto un corredo motivazionale di particolare vis persuasiva, precisando che oltre a difettare i presupposti della misura precautelare del fermo, in medias res non potevano ritenersi sussistenti i gravi indizi di colpevolezza, tantomeno le esigenze cautelari.
Ma il provvedimento del GIP non ha solo restituito la libertà ad Antonio Crapanzano, nostro stimato concittadino, ma esprime e rafforza il sentimento di giustizia che talvolta, nel nostro intimo, pare affivolersi quando le vicende giudiziarie ci coinvolgono direttamente, o vedono protagonisti persone a noi vicine.
Le nostre pulsioni ed emozioni non devono comprimere la nostra capacità di valutazione critica e, purtroppo, nel contesto giudiziario è facile spingersi oltre la dimensione del fatto cedendo a spinte emozionali sin troppo istintuali.
PM, Giudici ed Avvocati sono chiamati ad un impegno straordinario che li vede protagonisti in un confronto, a volte anche vibrante, ma che va sempre sviluppato in un clima dialetticamente conforme, nel supremo interesse della giustizia e del rispetto della dignità e libertà personale.
Ciò è oggi avvenuto; Antonio Crapanzano, persona amabile, ha affrontato il suo personale dramma con serietà e contegno esemplare, confrontandosi con il PM prima ed il GIP successivamente con lealtà e rispetto, così dimostrando la sua totale estraneità ai fatti, senza piagnistei e concessione all’artificio argomentativo.
Mi pare doveroso sottolineare come è nel rispetto delle regole della pacifica convivenza civile che una società esprime il suo grado di solidità; una società sana pretende il rispetto delle regole e della dignità altrui, di conseguenza le vicende giudiziarie, che vedono loro malgrado coinvolti nostri consociati, non devono rappresentare occasione per sfogare proprie antipatie personali, magari nascondendo la propria identità dietro improbabili pseudonimi, anticipando affrettati giudizi di colpevolezza che nel nostro sistema giudiziario (tanto denigrato, ma in cui le garanzie contemperano gli effetti del giusto meccanismo repressivo per chi adotta condotte trasgressive di un determinato precetto) derivano solo dal passaggio in giudicato delle sentenze.
Non ci dobbiamo mai stancare di adottare comportamenti concludenti nella prospettiva di costruire una società capace di assicurare, ai nostri giovani, occasioni di crescita e sviluppo pacifico e democratico, bandendo i sentimenti ostili che servono ad ammorbare le nostre migliori qualità, piegate sovente all’opportunismo ed alla sterile polemica.
Con stima, Salvatore Virgone”