Vincenzo Castelli
Favara, cosa Resta, cosa Cambia?
Lento ma inarrestabile sarà il declino del “salotto” Favarese.
Abbiamo lavorato in tanti in favore di una rinascita culturale che, almeno parzialmente, ha sospinto il sorgere di diverse attività in centro, contribuendo a un momentaneo e soddisfacente successo economico ma, nel lungo termine, s’intravede una recessione perché sono tante le determinanti di una crisi.
E questo succede quando non vi è una programmazione urbana, politica ed economica, quando non si analizzano eventuali variabili che nel lungo tempo dovrebbero rivelarsi opportune.
In un momento di crisi generale, Favara non può confrontarsi con risorse umane inadeguate.
In atto vi è una depressione (al di là della piazza) della vita pubblica, manca un idea di città futura che cambi l’immagine di diversi luoghi, mancano forti segni urbani, acceleratori di economie. Mancano le relazioni e le connessioni tra centro storico – urbano e periferia.
Non può, sola, Favara avere un riscatto, ma può essere capofila in questo momento di risveglio e ragionare su un “PROGETTO” che dia la spinta all’innesco di un processo innovativo interprovinciale.
FAVARA COSA RESTA, COSA CAMBIA? RESTA CIÒ CHE NON SI È FATTO… CAMBIA CIÒ CHE FAREMO.