Dal Vangelo secondo Marco(Mc4,26,34) In quel tempo, Gesù diceva [alla folla]: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere. Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa. Parola del Signore
È davvero bello vedere Gesù servirsi degli elementi e delle immagini che la vita ci offre per aiutarci a capire e a sperimentare la presenza del Regno.
Nel vangelo di oggi, Gesù ci racconta due brevi storie che avvengono tutti i giorni nella vita di tutti noi: “la storia del seme che cresce da solo” e “la storia del piccolo seme di senape che cresce e diventa grande”. Come cresce un seme lo sappiamo tutti anche se in questi giorni ospitando un giovane di una città del Centro Italia mi sono meravigliato nel vederlo stupito e incuriosito quando mi ha visto raccogliere una cipolla dalla terra o la verdura spontanea o gli ho fatto vedere le fave o il grano che do alle galline, non aveva mai visto nulla di ciò.
Gesù insegna per mezzo di parabole. Gesù racconta molte parabole. Tutte tratte dalla vita della gente! Così aiutava le persone a scoprire le cose di Dio nella vita di ogni giorno, vita che diventava trasparente. Poiché lo straordinario di Dio si nasconde nelle cose ordinarie e comuni della vita di ogni giorno. La gente capiva le cose della vita. Nelle parabole riceve la chiave per aprirla e trovare in essa i segni di Dio
Oggi Gesù dovrebbe portare altri esempi, parlare di smartphone, tablet, internet, face book, WhatsApp e tutto ciò che l’uomo di oggi sa, vive e si nutre. Non riusciamo più a stupirci di nulla diamo tutto per scontato, ci nutriamo di tutto ma non di Dio.
Questo giornale come altri organi di stampa ha voluto imitare l’agricoltore che semina il seme, dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Ogni giorno vi proponiamo la Parola per poter crescere insieme nei veri valori e costruire una civiltà diversa alla luce degli insegnamenti di Cristo.
Il regno di Dio non è il prodotto di sforzi umani, ma di una Parola seminata al cuore del mondo che germoglia misteriosamente; nascondimento e irrilevanza ne caratterizzano gli inizi. Non è necessario sapere in che modo. È un vero miracolo che ogni volta si ripete e desta stupore: “Osservate come crescono i gigli del campo”.
L’ascolto della Parola opera in noi una trasformazione, come accade al seme; ci fa sperimentare una rigenerazione, effetto della grazia di Dio che si fa presente nei nostri sforzi quotidiani, per renderci più simili a Gesù Cristo, capaci di portare il frutto dell’amore, che rimane per sempre.
Il Signore ci insegna invece il fiducioso abbandono a Dio. sarebbe davvero bello dedicare dieci minuti al giorno per meditare sulla Parola che ogni giorno la Liturgia ci propone. Ormai con i telefonini che si hanno, non manca internet, perché non collegarsi in un sito dove viene proposta la pagina del vangelo del giorno e iniziare la propria giornata con il Signore?
Leggere, meditare, ruminare, incarnare e annunciare soprattutto con la testimonianza di una vita leale, sincera e onesta, questo è il compito del cristiano
In un mondo pieno di odio, violenza, egoismo, rivalità, sete di potere e denaro, in un mondo dove si sfrutta l’uomo e la donna, dove si innalzano i muri dove Dio non ha il primo posto c’è sempre qualcuno che semina il seme della Parola. Oggi ricordiamo il Beato Gabriele Maria Allegra di San Giovanni La Punta (Ct) frate minore siciliano che per lunghi anni è stato missionario in Cina e ha tradotto dalle lingue originali la Sacra Scrittura in cinese. Muore ad Hon Kong nel 1976. È stato beatificato ad Acireale 29 settembre 2012. Il Beato Gabriele Allegra ci insegni ad attingere dalla Parola la forza per testimoniare il vero amore.
Pace e bene
Fra Giuseppe Maggiore