Più che una classica interpellanza consiliare ha la struttura di un vero e proprio atto d’accusa. Daltronte le due redattrici in più occasioni durante le riunioni del Consiglio comunale hanno dimostrato grinta e padronanza di argomenti. Oggetto dell’interpellanza urgente, per la quale si chiede “risposta scritta e orale” è la tariffa Tari 2016, già oggetto di una precedente interrogazione dove si chiedevano chiarimenti sull’aumento della stessa, e sul nuovo appalto per l’anno 2017. Le interpellanti sono le consigliere del Gruppo Misto al Consiglio comunale di Favara, Marilì Chiapparo e Rossana Castronovo.
Le due tornano sullo spinoso argomento del costo del servizio dei rifiuti in quanto, sia nella risposta scritta che nell’intervento in aula “eludendo il merito dei quesiti, l’assessore al ramo (il vice sindaco Lillo Attardo; nrd) non è stato capace di rispondere, dimostrando di essere impreparato e di non avere piena cognizione dell’argomento”. Chiapparo e Castronovo accusano l’Amministrazione comunale di “non aver ancora esitato l’interrogazione nonostante gli stessi, in aula, si siano dichiarati insoddisfatti per la mancata risposta e siano abbondantemente trascorsi i 30 giorni previsti dalla legge”. In ragione di ciò le due consigliere ripropongono l’interrogazione per avere maggiori chiarimenti sul perché, “rispetto al piano finanziario del 2016 si è avuto un aumento che trasportato nella bolletta di conguaglio si è trasformato in una stangata del 20%”.
Nella lunga e articolata nuova interpellanza Castronovo e Chiapparo evidenziano che “nelle bollette ci sono palesi errori con impossibilità per i contribuenti di ottenere le dovute rettifiche se non a pagamento effettuato, stante l’invio dell’ultima rata di conguaglio già scaduta e gli appuntamenti per il ricevimento del pubblico rinviati a mesi”. L’interpellanza non manca anche di attacchi politici rivolti all’Amministrazione a giuda 5 Stelle. “In campagna elettorale aveva promesso minori costi, maggiore riscossione e una differenziata che avrebbe dovuto migliorare e ridurre il peso della Tari ai Favaresi – si legge – in barba al programma presentato e agli slogan usati in campagna elettorale, a Favara, il servizio della raccolta dei rifiuti è sempre più costoso e sempre più scadente. La città e le periferie continuano ad essere una discarica a cielo aperto ed il servizio di raccolta appare lacunoso e senza prospettive”.
Ed infine il riferimento al nuovo bando di gara aggiudicato qualche settimana fa. “Risulta fuorviante sbandierare in conferenza stampa la diminuzione del 10% della TARI 2017, quando è noto a tutti, sebbene non oggettivamente giustificato dal Vice Sindaco nella stessa occasione, che la TARI 2016 è costata 1.200.000,00 euro in più rispetto al 2015”. Quindi le richieste. “A cosa è dovuto l’aumento del costo del servizio di smaltimento dei rifiuti. Quale “empirico” rapporto lega la diminuzione della produzione dei rifiuti tanto sbandierato dall’Amministrazione e l’aumento della Tari. Quali sono le modalità contrattuali con cui il Gestore del servizio di smaltimento dei rifiuti viene pagato. Quali sono le attuali percentuali di raccolta differenziata; la quantità di raccolta differente di umido, secco, plastica, carta. Quanto incide la percentuale di raccolta differenziata sulla determinazione della TARI. Qual è la cifra da corrispondere al Comune di Favara a titolo di restituzione dei proventi derivanti dalla vendita dei materiali differenziati raccolti nell’ambito del servizio di igiene urbana sul territorio. Quali atti intenda questa Amministrazione adottare affinchè dagli introiti di vendita di beni riciclati sulla differenziata si possa poi progressivamente ridurre l’importo delle tasse corrisposte dai cittadini”.
Gli interrogativi continuano, ma noi ci fermiamo qui.