Riteniamo non sia certamente una esagerazione affermare che tantissimi uffici nevralgici per la vita giornaliera del Comune di Favara sono retti da lavoratori “precari”, insomma da personale non di ruolo e a tempo determinato. I famosi ex Art. 23, lavoratori socialmente utili, chiamateli come volete. Impiegati, insomma, che seppur precari, ormai nel corso di questi lunghi anni di precariato, hanno acquisito grande esperienza professionale che ha permesso loro di conoscere tutti i meccanismi burocratici del Comune ed essere inseriti a pieno titolo quali responsabili di importanti servizi comunali.
Fatta questa premessa proviamo quindi ad immaginare gli uffici del Comune di Favara, dal primo di ottobre, dal giorno cioè previsto della loro sospensione dal lavoro, senza il loro apporto. Uffici comunali che avrebbero di colpo ben 270 lavoratori in meno, potrebbero chiudere. In considerazione anche che in certi nevralgici uffici sono in servizio soltanto lavoratori precari. Interi settori sarebbero allo sbando, nel senso che non potrebbero nemmeno aprire la mattina per assicurare la normale attività, tutto andrebbe a rotoli, non stiamo esagerando.
Insomma tutte le posizioni organizzative ne soffrirebbero poichè al loro interno hanno tantissime figure professionali qualificate, che purtroppo sono precari e come annunciato dall’amministrazione comunale della sindaca Anna Alba giorno 1 ottobre non dovrebbero più andare a timbrare il cartellino poichè non ci sono i soldi per pagarli. Ripetiamo un vero e proprio disastro. Il Comune potrebbe chiudere per mancanza di lavoratori precari o comunque rivedere tutte le assegnazioni di personale negli uffici ed offrire ai cittadini, in maniera minima, soltanto alcuni servizi indispensabili.