Giuseppe Maurizio Piscopo
Agrigentina (favarese!) classe ’73. Studia Belle Arti, Arte Drammatica, danza, percussioni, scherma ed equitazione. Spazia dalla commedia al dramma, fino alla sperimentazione. Premiata per l’interpretazione di Ersilia Drei nel pirandelliano “Vestire gli Ignudi” e per la sua Caterina Leher ne “La Governante” di Vitaliano Brancati, nel ’99 fa il suo debutto come regista anche nella Settimana Pirandelliana, distinguendosi per l’interpretazione di Maragrazia ne “L’altro figlio” di Luigi Pirandello. Poi il doppiaggio, i cortometraggi, una fiction e tanto teatro, compreso l’insegnamento ai provetti attori. Dirige spettacoli di vario genere e progetti europei. Direttore artistico di diversi eventi come “Premio Art Caffè Letterario”, “Roma Capitale delle Donne”, “Il Gusto dell’Italia” alla Città del Gusto del Gambero Rosso, nel 2008 scrive, dirige e interpreta “Legittima Difesa Dossier” contro la violenza sulle donne (Premio Internazionale Cartagine), che otterrà un gran successo da Agrigento fino al Teatro Quirino di Roma, i Fori Traianei e Domenica In. Per il Circuito del Mito, in Sicilia, ha diretto “La Favola del Poeta” pièce di teatro musicale tratta da I Giganti della Montagna. Da lì, varie stagioni nei cartelloni romani con opere come “Amaranto. Inatteso sorprendete Amore” prodotto da Andrea Iervolino e “Mancava solo il titolo”. Dalla sua Favara non sono mai mancati i riconoscimenti: “Benemerenza per la Cultura” dal Comune di Favara, “Premio Buttitta”, “Premio Pippo Montalbano”. Attualmente impegnatissima con “La Trinacria è Femmina”, il concerto reading in cui, nella stilizzazione di un cortile, Ilenia, la cantastorie Lorena Vetro e un’ orchestra tutta al femminile raccontano l’arte, la letteratura, la musica, le leggende e la cucina dell’amata Sicilia.
Quando è iniziata la tua avventura nel Teatro?
Penso da sempre! Già a 6 anni seguivo mio papà alle prove a Radio Favara 101(oggi Teatro San Francesco) e lo aiutavo a memorizzare le parti… da lì anche la mia passione per la lettura.
Come eri da bambina, quando hai scoperto le tue qualità?
Io le mie qualità le sto ancora cercando! E non so se mai le troverò, anche perché non ho mai pensato di avere chissà quali talenti. Semplicemente, sin da piccina, anche grazie all’educazione dei miei genitori, ho cercato di essere quel che ero, con una costante necessità di esprimere le mie emozioni e le mie idee… cosa che in età adulta spesso infastidisce taluni.
Che ricordo hai della maestra, dei compagni, della scuola elementare.
Della mia maestra ho un ricordo meraviglioso! La maestra Carlino… era materna e severa nel contempo. La scuola elementare è stata una grande palestra: lì ho iniziato a recitare e cantare (allora da voce bianca, cantavo l’Ave Maria di Schubert come me l’aveva insegnata papà e la maestra me la fece cantare perfino al Santuario di Siracusa… avevo 8 anni e ricordo ancora la paura!); lì ho iniziato a scrivere brevi poesie e racconti, che la maestra leggeva in classe e mi faceva leggere al Direttore. Ma lì ho anche capito il coraggio di essere se stessi, perché i bambini sanno essere cattivi (quando hanno alle spalle cattivi adulti)… quindi il ricordo dei compagni è bello per alcuni e direi sgradevole per altri. Io ero una bambina molto cicciottella (cito: “noi ex bambine ciccione siamo diventate donne d’acciaio!”) e se chiudo gli occhi sento ancora le voci di alcuni compagni… “Oh grossa!!!”… “Tombola!”… “Bonza!”… mentre i più raffinati cantavano “Cicciottella è una bambina fatta a forma di bignè”. Ecco com’è andata; ma io non mi fermavo davanti a nulla: a 3 anni danza classica; crescendo Gruppo Folk “Città di Favara”, programmi alla radio e teatro… e feste, amici, viaggi! Non ho mai rinunciato a qualcosa che mi appassionasse! Lo studio chiaramente stava sempre in cima: ho amato il greco e il latino… mentre io e la matematica non ci siamo mai intese.
E che ricordi dell’atmosfera che si respirava a Favara?
Non la ricordo; o meglio, non la consideravo. Se penso alla mia adolescenza vissuta a Favara guardando quello che oggi Favara è diventata, sorrido con un pizzico di stizza per essere nata nel momento sbagliato; perché 25 anni fa (quando, per dirne una banale, le ragazze non entravano nei bar!) io e un gruppetto di “disadattati” come me sognavamo quello che 25 anni dopo è accaduto! Non avevamo una lira né un colore politico; e contro tutto e tutti, facevamo arte, organizzavamo mostre e convegni, spettacoli e concerti, scrivevamo per i giornali, denunciavamo quello che non andava… eravamo hipster prima che questo diventasse moda! Ecco perché non potevo considerarla… perché ci avrebbe tarpato le ali. E mi sento di ringraziare quanti stanno cambiando le cose; e dico “stanno” perché in verità trovo che ci sia ancora tanta strada da fare.
Che cosa significa per te il Teatro?
Verità e Incoscienza. Ai miei allievi dico sempre che se non si ha nulla da dire, non serve salire su un palcoscenico; nella convinzione che (come ho scritto in uno slogan qualche tempo fa) l’incoscienza degli artisti muti la coscienza di una società.
Quando hai recitato la prima volta, e che ruolo avevi e cosa hai recitato?
La mia prima volta è stata chiaramente con papà a Radio Favara 101, avevo 8 o 9 anni; l’opera era “Il Paradiso può attendere” e io interpretavo un angioletto… in carne!
Com’è stato il trasferimento a Roma?
Naturale. Io trovo innaturale che un essere umano nasca, cresca e muoia sempre nello stesso luogo.
Cosa ti manca della Sicilia?
Nulla, perché non l’ho mai lasciata. La sento, la vivo, la canto e la recito. La amo, e per questo posso criticarla quando se lo merita. La Sicilia è la mia famiglia, la mia radice… la mia ispirazione. E in Sicilia c’è la mia nipotina, dalla quale volo una volta al mese!
Tu sei una regista, dove hai appreso le tecniche di regia?
In Accademia e in una serie di Master frequentati negli anni a Roma e a Milano; ma soprattutto sul campo, che non è stato sempre o solo un “canonico” palco: ho realizzato spettacoli (o performance che dir si voglia) per strada, nei vicoli più suggestivi, sul mare e sulle spiagge, nei sottopassaggi, nei castelli medievali, negli appartamenti e, per la prima edizione di “Roma Capitale delle Donne”, su un Open Bus che girava per la città carico di orchestra, attrici, modelle e ballerine, in collaborazione con l’Accademia d’Arte Drammatica “Silvio D’Amico”, l’Accademia Nazionale di Danza e l’Accademia Nazionale di Costume e Moda.
Hai mai diretto per il cinema?
No. Come diceva qualcuno… a ciascuno il suo. Non amo l’abitudine di questo nostro tempo di improvvisarsi qualunque cosa ci passi per la mente al mattino. Se non so cucinare, un libro di ricette o una trasmissione televisiva culinaria non faranno di me uno Chef!
Hai mai diretto dei bambini?
Ne ho diretti e ne dirigo tantissimi: sono la mia gioia e il mio elisir di giovinezza! A parte tutti i progetti fatti nel tempo come esperto esterno, da qualche anno insegno alla scuola dell’infanzia di un Istituto Comprensivo, dove abbiamo instaurato una vera e propria scuola di teatro; perciò non faccio altro. Coi piccoli e ultimamente anche con gli adolescenti delle medie. Ogni giorno una diversa fascia di età, dai 3 anni in su. Come dicono loro… “E’ una figata pazzesca!”
Tu scrivi i testi e le musiche per il teatro, da dove trai ispirazione?
Io scrivo i testi per il teatro e talvolta i testi delle canzoni, mai la musica; non potrei, non sono una musicista. Ma è dalla musica che amo che traggo la mia ispirazione: spesso ascoltando un brano mi si parano davanti scene e situazioni, sguardi, gesti… nasce tutto, io poi devo solo trascriverlo. Talvolta invece, ma è più raro, mi è capitato di sognare lo spettacolo, tutto; al mattino lo metto su carta.
E’ vero che il mondo dello spettacolo è molto crudele?
Sì! E smettiamola di fingere una parità mai raggiunta! Il mondo dello spettacolo (e anche l’altro mondo mi sa) per le donne è ancora più spietato.
Qual è il tuo rapporto con gli attori?
Materno. Durante le prove e l’allestimento di uno spettacolo gli attori che lavorano al mio progetto sono per me dei figli, da coccolare con rigore e bastonare con dolcezza. Ho per gli attori il massimo rispetto (io stessa sono prima di tutto un’attrice), e penso che siano loro a determinare la riuscita di uno spettacolo; perché il teatro non è come il cinema: un bravo regista non basta, né un buon copione; servono le emozioni autentiche sul palco!
Qual è l’opera teatrale alla quale ti senti più legata e perché?
Sono 3 le opere. “Vestire gli Ignudi” di Pirandello che fu la mia prima regia (avevo 27 anni), dove interpretavo anche il ruolo di Ersilia Drei, che mi diede grandi soddisfazioni e bei premi nazionali; “Legittima Difesa Dossier” se non il primo, uno dei primi spettacoli in Italia contro la violenza sulle donne e di sicuro il primo a parlare di stalking, che Pippo Baudo volle a Domenica In e che vide il sold aut al Teatro Quirino; “La Trinacria è Femmina” con la straordinaria Lorena Vetro, in cui ogni volta la reazione del pubblico ci commuove e ci conferma quanto e come questa nostra terra sia fucina di meraviglie.
Quali sono gli Autori che preferisci?
Bella domanda davvero! Pirandello di sicuro. E mi permetto di dire, a costo di sembrare antipatica, che noi agrigentini abbiamo peccato di negligenza, perché quei 150 anni avrebbero dovuto avere una risonanza mondiale da Agrigento. Adoro gli autori del ‘900 e Shakespeare. Euripide (amo Medea dai tempi del liceo). Sarah Kane tra i contemporanei… insomma ne ho un po’ di preferiti. Credo che avrei fatto meglio a comprare le azioni alla Feltrinelli!
Tu hai una bella faccia che potrebbe fare Cinema. A proposito ha mai fatto Cinema? Ti piacerebbe farlo? Con quale regista e con quale parte?
Non so se ho una faccia da cinema, perché non ho mai pensato di essere fotogenica; comunque non ho mai fatto cinema, a parte qualche cortometraggio e una fugace esperienza in una fiction. Ma se dovessi sognare di farlo, sognerei Woody Allen, i ruoli di Diane Keaton.
Puoi commentare questa frase di un celebre scrittore russo: “La bellezza salverà il mondo”?
Se per Bellezza intendiamo la stessa che possiamo intendere con Peppino Impastato, salverà il mondo perché ci farà tornare all’autenticità e all’onestà, di mente e di cuore. Si tratta della bellezza dell’unicità che sta in ciascuno di noi, non di un banale concetto di superficiale estetica. E’ la consapevolezza di essere parte di una creazione straordinaria, che è il mondo con tutto ciò che ci sta in esso. La vita! Ma oggi la bellezza è un concetto piccolo, usato da biglietto da visita, meramente fisico; limitato nel tempo peraltro, e quindi inseguito e costruito con bramosia. Oggi si ha il dovere di essere belli nell’involucro; il resto non conta più, ahimè.
Per te che cos’è la bellezza, c’è la bellezza nel Teatro?
Per me la Bellezza è l’autenticità, nel senso filosofico del termine. E la vita, di cui cerco di godere ogni istante, anche il più ordinario, scegliendo di essere felice.
Qual è il testo più bello che hai scritto?
Non lo so… forse preferisco gli istanti che immortalo sotto forma di poesia e che tengo gelosamente per me e per pochissimi Amici (con la A maiuscola!)
Per te che cos’è l’amore?
“Che cos’è l’amor? E’ un sasso nella scarpa, che punge il passo lento di bolero…” potrei cantarla tutta, ma sarebbero parole altrui… scherzi a parte, l’Amore è per me il motore primordiale, è l’essenza, è ciò che fa brillare l’anima! Inesorabilmente doloroso, esso ci sorprende ogni giorno, mentre sorridiamo senza ragione. Non credo si possa vivere senza amore e so che, seppur raro, l’amore “per tutta la vita” esiste… ma necessita di grande audacia.
Perché gli uomini sono così violenti con le donne, dicono di amarle e ne ammazzano tre la settimana?
”Ogni uomo oppressivo e prepotente ha avuto una madre che gli ha trasmesso una cultura: per me il maschilismo e’ come l’emofilia, che attacca gli uomini ma e’ trasmessa dalle donne che ne sono portatrici sane”. Questo è stato detto dal premio Nobel per la Pace Shirin Ebadi, e io sono assolutamente d’accordo! La violenza di genere è un mero fatto culturale ed esiste da sempre. Inoltre mi spiace dover sempre ricordare che fino agli anni’70 o giù di lì, esistevano leggi che davano al marito il potere di correggere (anche con punizioni fisiche) la moglie e le figlie, che ammettevano il delitto d’onore, che definivano reato solo l’adulterio da parte della moglie… forse gli uomini avrebbero solo bisogno di evolversi.
Che cosa non hanno capito gli uomini delle donne di oggi?
Niente! Non hanno capito un bel niente. Non hanno capito che per sembrare evoluti non è necessario invitare una donna a cena e farle pagare il conto o non accompagnarla a casa… quella è solo maleducazione. Non hanno capito che se una donna vuole la parità non è necessariamente una femminista lesbica. Non hanno capito che se il loro capo è una donna, loro non diventeranno omosessuali né impotenti. Non hanno capito che la parola chiave è “rispetto”! Non hanno capito che la meravigliosa complementarità di un uomo e una donna crea potenza e vita!
E’ vero, che gli Artisti sono i più grandi benefattori dell’Umanità?
Certo! Gli Artisti, quelli veri, sono creatori di bellezza; e se è vero com’è vero che la bellezza salverà il mondo, è lapalissiano che lo sono.
Hai mai realizzato spettacoli di beneficenza a Natale?
Oh, sì! Il Natale è per me il momento più bello dell’anno, con tutta la gioia che ne consegue e l’allegria di Babbo Natale e tutto il suo staff; perciò quando ho l’occasione di portare questa magia a chi soffre, non vi rinuncio mai, costi quel che costi.
Quali sono i tuoi progetti per il futuro?
Il futuro è iniziato qualche tempo fa con la piccola impresa culturale intrapresa con Lorena Vetro. Produzione e produzione esecutiva di spettacoli, un marchio che comincia a farsi notare, delle pubblicazioni in uscita… e poi il nostro progetto principe “La Trinacria è Femmina”. La pentola bolle… la pietanza è in continuo divenire!