Vincenzo Vella
Dimissioni della dottoressa Bruna Piazza coordinatrice del Centro Trapianti Regionale.
Questa la notizia che ha allarmato il sistema trapiantologico siciliano.
Eppure, appena giorni fa la dottoressa Piazza era stata insignita da “Riconoscimento Speciale”. Il Centro culturale “Renato Guttuso” di Favara ha assegnato il “Riconoscimento speciale”, in occasione del “Premio Mimosa d’oro 2018”, giunto alla XXVIII edizione e che quest’anno è stato conferito a Flavia Petrin, presidente nazionale dell’A.I.D.O. l’associazione italiana donatori di organi, tessuti e cellule.
La speciale Commissione, presieduta da Lina Urso Gucciardino, aveva individuato tra le donne che si sono particolarmente distinte nel loro campo d’azione, proprio la Bruna Piazza, coordinatrice regionale del CRT Sicilia, (Centro Regionale Trapianti) per l’impegno e i risultati ottenuti nel 2017 in campo trapiantologico, ben 281 siciliani hanno potuto usufruire di un trapianto di organo in Sicilia, migliorandone la qualità della vita, o salvandoli da morte certa.
Torno alla lettera di dimissioni; a quale strategia politica dobbiamo assistere ancora, già giorno 16 c.m. intervenuto al convegno medico/scientifico organizzato dalla AISC Associazione Italiana Scompensati Cardiaci, tenutosi a Catania,
https://youtu.be/MM4K2Mpf1SI (link dell’intervento) avevo denunciato pubblicamente il declino del sistema Trapiantologico siciliano per la mancata attività di accertamento della morte cerebrale nelle rianimazione della Sicilia. “Promesse” quelle fatte dall’Assessore Razza alla mia persona. L’assessore, tra l’altro, aveva assunto l’impegno di confrontarsi con la dottoressa Piazza per concordare una azione comune per non arrivare al 31 dicembre 2018 e rendersi conto del fallimento politico/sanitario siciliano a discapito della migliaia di persone in attesa di un trapianto di organo.
Provo sgomento e rabbia, non si può uccidere la speranza. Ricevere un organo equivale a far rivivere non solo il malato, ma con lui tutta la famiglia, altro che dimissioni della dottoressa Piazza, la lettera è un grido di allarme, quel grido che accomuna 9000 persone in attesa di un trapianto.
Vincenzo Vella