Sono stati rimessi in libertà in natura 29 cardellini sequestrati il giorno di Ferragosto a Favara in occasione della “Fiera dell’agricoltura”. L’operazione di polizia giudiziaria ambientale è stata condotta dai Carabinieri forestali del Centro Anticrimine Natura di Palermo e Agrigento – Nucleo CITES e dalle Guardie Giurate zoofile e venatorie del WWF Sicilia.
Proprio durante la tradizionale fiera i militari dell’Arma e le guardie del WWF hanno scoperto ben cinque postazioni abusive, ove si offrivano in vendita diversi esemplari di avifauna selvatica protetta, rinchiusi in gabbiette piccole o comunque in condizioni di grave sovraffollamento. Quindi è scattato immediatamente il blitz con il sequestro degli uccelli, tutti appartenenti alla specie “Cardellino” (Carduelis carduelis), un fringillide del quale è rigorosamente vietata la cattura e la detenzione in quanto specie tutelata sia a livello nazionale che internazionale.
E’ stato così stroncato un vero e proprio mercato clandestino di uccelli protetti che, verosimilmente, erano stati catturati illecitamente nei giorni precedenti dai bracconieri attraverso attività vietate di uccellagione e prelievo in danno del patrimonio pubblico statale. Questo crudele commercio, infatti, avrebbe fruttato considerevoli introiti ai venditori: è noto che gli esemplari più giovani o di recente cattura (cosiddetti “presicci”) vengono venduti per alcune decine di euro, ma per gli esemplari adulti e più “pregiati” si può arrivare anche a centinaia o migliaia di euro.
Al termine dell’operazione i 29 cardellini, dopo l’esame clinico da parte del Dirigente Veterinario del Servizio sanità animale dell’ASP di Agrigento, sono stati reimmessi in natura in un luogo idoneo, d’intesa con l’Autorità giudiziaria che ne ha autorizzato la liberazione. A carico dei 5 favaresi denunciati sono state contestate le ipotesi di reato di cui agli articoli 648 (ricettazione di cose provenienti da delitto, punito con la reclusione fino ad otto anni e la multa fino a 10.329 euro) e 727 (detenzione di animali in condizioni incompatibili, punito con l’arresto fino ad un anno o con l’ammenda fino a 10.000 euro) del Codice penale.
“L’uccellagione, ossia la cattura di uccelli vivi con reti e trappole, è purtroppo una pratica diffusissima in tutta la Sicilia – spiega Ennio Bonfanti, coordinatore regionale delle Guardie giurate WWF – ed è la fonte di rifornimento di questi “mercanti” di fauna. Di solito vengono utilizzate grosse reti sistemate sul terreno, vicino una pozza d’acqua, e circondate dai richiami (altri cardellini rinchiusi in gabbiette) i quali, con i loro canti, attirano altri uccelli che per abbeverarsi finiscono in trappola. Sono soprattutto i cardellini ad essere sottratti al loro naturale stato di libertà mediante tali delittuose azioni di uccellagione, perché ricercati dai cosiddetti “appassionati” (allevatori e collezionisti) per la bellezza del variopinto piumaggio e per il melodioso canto. Altri metodi illegali di cattura prevedono l’uso di trappole o bacchette intrise di colla dove gli uccellini rimangono invischiati; con tutti questi sistemi vengono presi anche centinaia di uccelli al giorno, per un giro d’affari di notevoli dimensioni. I cardellini e tutti gli altri uccelli canori selvatici – conclude Bonfanti – rientrano tra le specie protette dalla normativa statale e comunitaria sulla tutela della fauna, per cui la loro cattura, detenzione o commercio costituisce reato”.
Il WWF esprime vivo apprezzamento per l’ottima azione condotta dai Carabinieri del Centro Anticrimine Natura – Nucleo CITES, i cui uomini si sono prodigati non poco per salvare questi animali ed affermare la legalità. Per non alimentare il bracconaggio e la distruzione del patrimonio faunistico, le Guardie WWF invitano la cittadinanza a non acquistare cardellini od altri uccelli selvatici e li incoraggia a segnalare casi di vendita o detenzione di uccelli protetti alle Forze dell’Ordine o direttamente al WWF, via email all’indirizzo guardiewwf-sicilia@wwf.it.