Gaetano Scorsone
In una domenica di per sé già abbastanza impegnata per i favaresi con l’apertura dei seggi del referendum relativo al voto di risistemazione territoriale e che coinvolge anche i Comuni di Agrigento ed Aragona, e con il C.A.M.E. dei Templi mobilitato in uno dei suoi entusiasmanti raduni per la programmata visita agli Archi di Pane di San Biagio Platani, si inseriscono le iniziative del fitto programma della XI Edizione della Festa della Legalità.
Già dalle ore 09.30, Piazza Commendatore Giglia, ha iniziato ad animarsi con l’arrivo dei primi Allievi dell’Accademia Comunale di Arte, Cultura e Legalità chiamati dal Maestro Vincenzo Patti per una Estemporanea di Pittura dedicata alla Legalità che ha trovato il sostegno morale da parte dell’Università UNITRE Empedocle con la presenza del Dott. Giuseppe Veneziano e della sua gentile Signora.
Quasi contemporaneamente al Castello Chiaramonte si è avuta l’apertura della Mostra “I Colossi della Storia” a cura del Giardino degli Artisti con il coordinamento della pittrice Amelia Russello – Mostra che rimarrà fruibile sino al 12 maggio negli orari di apertura del Castello – . Nel pomeriggio, poi, già a partire dalle ore 15.00, presso il Muro della Legalità della Chiesa dei SS. Pietro e Paolo, hanno cominciato a raccogliersi i Vespisti di diversi Club cittadini ( Agrigento, Porto Empedocle, Raffadali, Palma di Montechiaro, Racalmuto, Canicattì ) su invito di Angelo Airò Farulla del Club Favara in Vespa per un emozionante Pellegrinaggio alla Stele del Giudice Rosario Livatino.
Alle 15.40 capitanate dai propri Presidenti ( Vincenzo Pisano, Salvatore Marino, Salvatore Alonge, Daniele Balistreri, Ilenia Pitruzzella in sostituzione di Mario Bellomo, Antonio La Mantia) le formazioni si sono messe in movimento, dando vita ad un vivacissimo corteo di circa un centinaio di coloratissime vespe al quale si sono accodati dei partecipanti in auto – fra cui don Marco Damanti , don Calogero Lo Bello, il Giornalista Salvatore Arancio, il Vice Sindaco Giuseppe Bennica, lo scrivente – ed un’autoambulanza della Misericordia come assistenza di pronto soccorso. Alla partenza un Vespista d’eccezione: il Comandante della nostra Tenenza dei Carabinieri, Sott. Ten. Giovanni Casamassima, alla guida di una splendida Vespa 200 px. Giunti alla Stele in sicurezza grazie anche al contributo di una pattuglia automontata dei Carabinieri, i vespisti hanno trovato ad accoglierli don Giuseppe Livatino – Postulatore della Causa di Beatificazione del Giudice Rosario – ed esponenti dell’Associazione Culturale Amici del Giudice Livatino guidati da Valentina Garlandi, nonché Antonio Sciarratta del Centro Sportivo Educativo Nazionale ( CSEN ) di Agrigento.
Una virtuosa espressione di condivisione che ha riunito diverse realtà associative in un percorso di partecipata Legalità per una significativa esercitazione di memoria sulla figura del Giudice Angelo Rosario Livatino. La successione degli interventi di don Marco Damanti, del Vice Sindaco Giuseppe Bennica, di Angelo Airò Farulla per il Club Favara in Vespa, di don Calogero Lo Bello, di don Giuseppe Livatino e di Valentina Garlandi dell’Associazione Culturale Amici del Giudice Livatino ha aggiunto tutta una serie di ulteriori spunti di riflessione che hanno fatto da efficacissimo prologo alla scopertura ed alla benedizione di una targa posta a dimora per ricordare l’evento.
Il tutto allo sventolare delle nuove bandiere che, per l’occasione, sono state appositamente collocate, già da ieri, da Angelo Airò Farulla e da Salvatore Marino a nome di tutti i Vespisti in sostituzione delle vecchie e quanto mai logore e non più adatte ad un sacro luogo di memoria. La mano assassina della mafia voleva fermare la scrupolosa e quanto mai professionale attività del Giudice Rosario Livatino ed invece ha messo in moto una reazione delle coscienze della società civile che ha moltiplicato esponenzialmente, negli anni, le iniziative in favore della legalità.
La mafia ha tentato di intimidire con una inaudita ferocia la gente comune e le istituzioni dello Stato ed invece ha favorito la rivolta morale della prima ed un perfezionamento investigativo e repressivo delle seconde. Gli uomini del disonore hanno creduto di poter spegnere con spietata forza la volontà e l’azione di un autorevolissimo ed integerrimo Servitore dello Stato ed invece hanno dato luce ad una causa di Beatificazione di un riconosciuto ed imitato Servo di Dio. Una giornata davvero intensa dalla quale ciascun partecipante porterà con sé spunti di riflessione che certamente favoriranno il consolidarsi di un nuovo approccio alla quotidianità orientato ad un maggior impegno ed a un più alto senso di Giustizia e Legalità. Per dovere di cronaca la serata si è conclusa con una celebrazione eucaristica presso la Chiesa dei SS. Pietro e Paolo presieduta da don Giuseppe Livatino con il sostegno di don Marco Damanti.