A leggere l’ordine del giorno del Consiglio Comunale di Favara convocato per giovedì 26 settembre e aggiornato a questa sera, martedì 1 ottobre 2019 ore 19.30, non avevamo fatto caso all’importanza del punto 12 che recita: Proposta di modifica dell’art. 25 bis del Regolamento per il funzionamento del Consiglio comunale. O meglio lo avevamo letto ma non avevamo coscienza della materia trattata.
Ci ha pensato l’ex Consigliere comunale Antonio Palumbo di Rifondazione comunista. L’art. 25 bis del Regolamento per il funzionamento del Consiglio comunale di Favara stabilisce il tetto massimo di gettoni di presenza che un consigliere comunale può percepire. Ma andiamo con ordine cercando di spiegare ai non addetti la delicata materia. I consiglieri comunali hanno diritto a un gettone di presenza, regolamentato dal Decreto Ministeriale n. 119/2000, importi che sono stati decurtati del 10% dalla Legge finanziaria del 2006. Nei comuni da 30.001 a 250.000 abitanti, quindi a Favara, l’importo del gettone è fissato in €.32,54 (già decurtato). C’è un “paletto” che stabilisce che il totale mensile dell’importo dei gettoni di presenza non può comunque superare ¼ dell’indennità totale spettante al sindaco che è pari a €. 3.460,26.
A Favara il precedente Consiglio Comunale vista la situazione deficitaria dell’Ente già sull’orlo del dissesto aveva stabilito con Delibera n. 157/2015, appunto nell’art. 25 bis del Regolamento, che il totale della somma dei gettoni spettanti per la partecipazione alle riunioni di Consiglio comunale e Commissioni consiliari, non può superare 1/6 dell’indennità del sindaco, a conti fatti il tetto massimo ammonta a €. 576,71. Con la proposta di deliberazione del Consigliere Tonino Scalia si ritornerebbe ai parametri nazionali ovvero ad un tetto massimo di ¼ e cioè si passerebbe dagli attuali €.576,71 a €. 865,06.
La proposta del consigliere Tonino Scalia riporta il tetto ai parametri nazionali. Anche se lo stesso proponente scrive che “l’importo del gettone resta invariato” si determina comunque l’aumento del 50% dei gettoni spettanti in quanto il tetto massimo passa da €.576,71 a €. 865,06. Visto il numero di riunioni di Commissioni consiliari l’aumento è scontato. La proposta ha il parere NON favorevole in ordine alla regolarità contabile espresso dalla dirigente del settore finanza, Carmelina Russello: “Si esprime parere NON favorevole in quanto l’adeguamento di tutte le indennità, sia degli Amministratori che dei Consiglieri, alle normative nazionali comporta incremento di spesa e come ben noto tale circostanza è preclusa per gli Enti locali in dissesto finanziario”. Nell’ipotesi di Bilancio stabilmente riequilibrato attualmente al vaglio del Ministero dell’Interno, infatti, è chiaramente evidenziato il contenimento e la riduzione della spesa per il funzionamento degli organi politici istituzionali, altro che aumento.
In ordine alla regolarità tecnica il parere espresso dal dirigente degli Affari Generali, Giuseppe Calabrese, è favorevole ma “ a condizione” che non comporti aumento di spesa come dispone l’art. 82 comma 11 del TUEL, praticamente, visto il parere della Russello, come se fosse negativo. La Commissione Affari Generali, presenti i consiglieri Pirrera, Caramazza Leonardo, Mossuto, Castronovo Calogero e Castronovo Rossana “si riservano di esprime parere in Consiglio comunale”. Stessa decisione anche per i componenti della Commissione Bilancio, presenti i consiglieri Failla, Cusumano, Fanara, Scalia e Sanfratello.
“In un momento di crisi come quello attuale, con il Comune in dissesto finanziario e con il secondo dissesto già alle porte, è gravissimo che un consigliere pensi di aumentarsi il gettone di presenza – dice Antonio Palumbo tra i consiglieri che avevano proposto la riduzione ad 1/6 – anche se presentato da un consigliere gli altri non sono giustificati e tutto passi in sordina senza che nessuno degli altri consiglieri, ed i componenti delle Commissioni in particolare, si sia sentito in dovere di rendere pubblica questa proposta. Non è neanche una giustificazione dire di esprimere parere in Consiglio comunale – continua Palumbo – anzi è qualcosa di grave, omertoso e complice”. Secondo l’ex consigliere comunale di Rifondazione comunista, che ricordiamo ancora è stato uno dei promotori della riduzione ad 1/6 dell’importo massimo, la proposta non doveva neanche arrivare in aula ed essere cassata subito. “Non vorrei che il silenzio dell’amministrazione comunale e della sua maggioranza – conclude Antonio Palumbo – non fosse una contropartita per rimanere in carica e non ricevere la sfiducia”?
Stasera vedremo cosa succederà in aula al momento della discussione sul punto relativo alla modifica dell’art. 25 bis del Regolamento per il funzionamento del Consiglio Comunale.