Gentile direttore Franco Pullara, le chiedo replica ai sensi di legge, dopo aver letto il surreale articolo dal titolo “Giarrusso, Favara non è quella che racconta lei”, apparso a firma Joseph Zambito sulla vostra testata.
La prima cosa che lascia basiti è la struttura grammaticale zoppicante di Zambito, con perle di non concordanza che stupirebbero anche nello scritto di uno studente delle elementari quali “Un gruppo di attivisti della primissima ora HANNO scelto Anna Alba…”.
Ho visto su Youtube che il sig. Zambito parla della locale sede UniPegaso, e mi chiedo se chi pubblicizza un corso di formazione superiore non abbia bisogno di un ripasso formativo di base, magari sui banchi di scuola, visti gli strafalcioni in cui incorre.
Ma se la forma lascia a desiderare, non è migliore la sostanza: nel 2019 fa specie, caro direttore, leggere frasi quali: “Anna Alba è stata tutelata come una bimba indifesa propria perché donna e giovane”, o ancora “E’ stata scelta anche per la sua limpidezza esteriore”. Fa davvero impressione che nel ventunesimo secolo si parli ancora delle donne come di creature diverse, inferiori, che hanno bisogno di tutele speciali come gli infanti. E’ imbarazzante che qualcuno non si renda nemmeno conto di quanto sia offensivo specificare che un esponente politico sia stato tutelato “proprio perché donna e giovane”, come se esserlo fosse un handicap, e ancora più imbarazzante pensare che un sindaco si scelga per il suo aspetto esteriore, come ad un reality show.
Da un punto di vista prettamente politico viene poi da chiedersi da chi sarebbe stata tutelata “come una bimba indifesa” la sindaca Anna Alba, votata dalla maggioranza dei cittadini di Favara. Dal signor Zambito, forse? E se sì in che modo? E a che titolo? Perché è bene ricordare che il signor Zambito è quello che del Movimento Cinquestelle meno di due anni fa ha scritto -fra le tante ingiure- che sarebbe “ Quasi una Scientology, un partito violento, autocratico e complottista che incentiva l’haterismo […], una finta democrazia in cui la partecipazione delle scelte in seno al movimento sono state relegate a pochi uomini […] un’oligarchia, diventato ormai partito (come tutti gli altri), con i suoi indagati, i suoi privilegi, i suoi fallimenti, i suoi elevati nominati, i suoi rimborsi (chilometrici), e con i suoi pochi uomini al potere”, e via deliziando. Lascia di stucco che un signore che ha scritto questa ed altre contumelie contro il Movimento, si permetta di dire a me, che sono stato votato da 117.211 cittadini siciliani e sardi che credono nel Movimento, come mi dovrei comportare. Ma è emblematico come questo signore che tanto fango ha buttato addosso alla mia parte politica, difenda la scelta scellerata di alcuni consiglieri, che tradendo il mandato dei cittadini pretendono di sfiduciare la sindaca Anna Alba ma di rimanere all’interno del Movimento. Non so cosa ne pensino gli esponenti M5S citati quale virtuosi esempi da Zambito: l’on. Di Caro e poi Pierre Vaccaro, Rosanna Pecoraro e Giovanni Sciortino: sono contenti di essere difesi da chi ha detto peste e corna di noi? Sarebbe interessante saperlo.
Io di certo sono fierissimo d’essere attaccato con tale sgraziata e sgrammaticata veemenza da un signore che ha buttato tanto fiele contro al M5S, e se fossi in loro avrei prontamente rifiutato l’endorsement di Zambito e preso le distanze da questi, data la violenza delle sue pubbliche dichiarazioni contro il nostro Movimento.
Ma c’è di più, direttore Pullara: informandomi su chi fosse il signor Zambito, scopro che oltre ad essere presidente nazionale dell’ente Anfop che -mi corregga se sbaglio- edita anche questa testata, ha enormi interessi, tramite ISORS e ANFOP, proprio nel settore della formazione professionale, di cui a livello regionale si occupa con dedizione anche l’on. Giovanni Di Caro. Sarà certamente un caso che fra i consiglieri comunali che hanno inopinatamente scelto di sfiduciare Anna Alba ci siano ben DUE cognati dell’on. Di Caro (Calogero Pirrera e Carmelo Costa), ma proprio per evitare anche ogni sospetto di conflitto di interessi, non crede che sia stata inopportuna la pubblicazione di un così violento e imbarazzante attacco nei miei confronti nonché sgangherata difesa di chi ha scelto di sfiduciare una sindaca votata dai suoi concittadini? Non crede che citare proprio Giovanni Di Caro quale esempio da seguire, possa apparire ad un lettore malizioso quale una spudorata captatio benevolentiae da parte di chi opera nel settore di cui anche Di Caro si occupa?
Non siamo nati ieri, caro direttore, e benché a Favara possiate pensare di usare le testate locali per raccontare una storia omettendone alcuni particolari e stravolgendo il senso autentico delle cose, la verità viene sempre a galla: limpida, impietosa, ben più forte di certi piccoli interessi di bottega.
La verità è che non dovete nemmeno permettervi di dire che io a Favara sono venuto solo una volta, e per poche ore, perché non è così. E mi chiedo con che coraggio ed in base a cosa potete affermarlo: mi fate seguire? Se sì, i vostri segugi sono assai scarsi. Se no, imparate a scrivere cose di cui avete contezza.
Io sono un rappresentante istituzionale della città di Favara perché la rappresento al Parlamento europeo, ed ho il dovere morale, da esponente del M5S, di difendere una sindaca che ha lavorato a mio parere benissimo. Qualcuno forse crede che diffondere -a mezzo stampa o col classico passaparola di paese- notizie false quale la mia presenza in veste turistica, o quale la squallida storia del probabile scioglimento per mafia (che ho sentito con le mie orecchie raccontare in un bar della vostra bella città!), possa aiutare a far tornare a Favara la vecchia politica, quella feroce e rapace, che ha messo in ginocchio la Sicilia ed ha condannato Favara al dissesto. Per questo le mie parole hanno toccato nel segno, ed è bastato un mio post su Facebook per scatenare la reazione di chi è stato democraticamente sconfitto nelle urne e non se ne dà pace: ex-sindaci, avversarsi politici, e denigratori del Movimento con toni da querela quali Joseph Zambito.
Direttore, io non ho bisogno di parlare di Favara per avere like (senza “s” finale: fate anche una lezione di inglese a Zambito!) sui social: like ne ho già tanti di mio. Sui social ed in TV, però, parlo di ciò che più mi sta a cuore, ed il lavoro di risanamento e di sviluppo che sta portando avanti Anna Alba per Favara mi sta molto a cuore. So bene che nella vostra città ci sono bravi imprenditori, ristoratori, e migliaia di cittadini per bene che lavorano ogni giorno per superare le difficoltà e sconfiggere i problemi che a Favara sono stati portati anche da amministrazioni capaci solo di accrescere il debito pubblico comunale a livelli insostenibili. Sono gli stessi che oggi cercano di far cadere Anna Alba, sa? E giacché sono catanese e conosco bene i problemi comuni alla nostra adorata Sicilia, piagata da decenni di clientelismo, familismo, conflitti di interessi, corruzione, appalti truccati e collusioni fra politica e mafia, ho ottime ragioni per difendere la sindaca Anna Alba e auspicare che completi il suo mandato: sono certo che saprà tenere lontani tutti gli avvoltoi che sui 21 milioni di euro della metanizzazione e su ogni altro interesse che ruota attorno a Favara, girano famelici in cerca di qualcosa da arraffare. Fingere che questi fenomeni non esistano sarebbe fingere che non esista la mafia, non esista la corruzione, e non esista nemmeno chi scrive articoli per compiacere il padrone di turno. Purtroppo questi fenomeni sono invece reali, e non è voltandosi dall’altra parte che li sconfiggeremo.
Io grazie al cielo non ho padroni, sono stato votato in massa dai cittadini siciliani come mai nessuno prima era stato votato nell’intera storia del Movimento Cinquestelle, ed ho le mie ottime ragioni per sostenere Anna Alba e la sua coraggiosa battaglia civile. Chi crede che con articoli sgrammaticati e privi di forza può mettermi a tacere, non mi conosce.
Augurandomi nella immediata pubblicazione ai sensi di legge di questa mia replica, mi riservo comunque di adire le vie legali a tutela della mia rispettabilità nei confronti della testata, del direttore e dell’autore dell’articolo dai toni diffamatori che avete ospitato.
Un caro saluto, Dino Giarrusso