Ha preso abbrivio oggi pomeriggio il primo step del nutrito programma di eventi della XII edizione della festa della legalità. Come la cerimonia di apertura avvenuta stamani alle ore 10:00 questo avvenimento e tutti i successivi, fino a sabato 9 maggio, si svolgeranno in una piazza virtuale a causa delle restrizioni dettate dall’emergenza sanitaria in corso.
A dare il benvenuto, sulla piattaforma streaming Valentina Piscopo, presentatrice l’evento ormai da svariati anni. In incipit i saluti dell’amministrazione comunale rappresentata dall’assessore Miriam Mignemi che ha ricordato la venuta ad Agrigento del Papa Giovanni Paolo II : un punto di partenza senza ritorno nella lotta contro la mafia.
A seguire l’attore Nunzio Bonadonna si è esibito in “Pillole di legalità”: un monologo di Roberto Lipari sulla strage di via D’Amelio dove perse la vita il giudice Borsellino e cinque ragazzi della sua scorta. Davvero un monologo interessante pensato come una risposta fiabesca all’eventuale domanda di un bambino: “Cos’è successo il 19 luglio del 1992?” Un linguaggio semplice, farcito da elementi attinti dalla culinaria per dare una spiegazione esaustiva senza turbare eccessivamente il giovane interlocutore. Bonadonna ha paragonato il giudice ad un cannolo perché come il tipico dolce siciliano Borsellino era “semplice ma straordinario”, la scorza del dolce è divenuta la sua scorta, i pasticcini su un vassoio hanno rappresentato i pasticci scoperti dal giudice, la bomba che ha fatto esplodere il veicolo è divenuta un bombolone e così via…Il monologo si è chiuso con una bella notizia: non aveva vinto Totò, l’uomo cattivo, perché la bomba aveva innescato una inarrestabile voglia di cambiamento in tutti che porterà, giorno dopo giorno, al trionfo sui cattivi.
È stata la volta del maestro Enzo Patti che ha sottolineato l’impegno costante a favore della legalità dell’Accademia Comunale Arte cultura e legalità “fin dalla prima edizione. Arte e legalità, ha affermato, rappresentano un perfetto connubio imprescindibile, sono l’una complementare all’altra.
Si è detto poi rammaricato, così come il pittore e scultore Lillo Todaro, intervenuto subito dopo, di non avere la consueta maxitela da offrire in dono come, ormai, da tradizione. I due artisti hanno promesso che vi metteranno mano non appena la situazione emergenziale sarà rientrata.
A seguire, Gaetano Gucciardo sociologo dell’Università degli Studi di Palermo che si è soffermato su come è mutato lo stesso concetto di legalità. Norberto Bobbio lo intendeva come un requisito dello Stato e quindi, dell’azione pubblica mentre oggi si assiste ad un vero e proprio ribaltamento in quanto la legalità non è più un requisito dei poteri pubblici ma, al contrario, della società stessa.
Ha preso indi la parola il nostro amato Arciprete don Giuseppe d’Oriente che ha rimembrato un’antica lettera secondo cui il Cristiano è colui che si sente parte integrante del luogo che abita e, pertanto, non è possibile che il Cristiano non sia anche un buon cittadino.
È stata la volta di Lillo Montaperto che ha ricordato che la prima agenzia educativa del buon cittadino è la famiglia: questa deve nutrire i propri figli con pillole di legalità. In conclusione ha parlato l’ideatore di questa festa Gaetano Scorsone il quale ha ricordato che nel proprio campo l’agricoltore può scegliere cosa seminare ma, una volta effettuata la scelta, non può tornare indietro: raccoglierà i frutti di ciò che ha messo nel suo terreno. Ne discende che è essenziale seminare valori sani attraverso cui potere acquisire autorevolezza agli occhi dei propri figli che ci potranno prendere ad esempio.
Valentina Piscopo, che ha ripreso la parola, ha tenuto giustamente a sottolineare che la festa della legalità è una solida realtà, un appuntamento irrinunciabile ed atteso ogni anno, grazie all’ infaticabile Gaetano Scorsone.
Il prossimo appuntamento domani, sempre alle 16:00.