di CLAUDIA ALONGI
Qualche giorno fa così si era espresso il virologo Lorenzo Pregliasco: “bisogna avere prudenza, il rischio è un controproducente effetto euforia, del genere liberi tutti”.
Ed eccoci qui, un po’ impauriti, un po’ sfrenati, fare i conti con questo ritorno alla (nuova) normalità.
Una convivenza col virus che, considerate le ben poche certezze forniteci dai decisori politici, si fonda sul distanziamento sociale e sulla capacità del singolo di autodisciplinarsi. Il contagio rallenta ma non crolla, ancora niente App Immuni e nessun piano di tamponi o test sierologici a tappeto. Tutto è nelle mani degli italiani.
Tra il desiderio di fuga in avanti di alcune regioni e quello di chiudersi a riccio di altre, molti di noi guardano al 18 maggio con timore e speranza che questa apertura non faccia registrare una nuova esplosione dei contagi e conseguente risalita del fattore R-0.
Ieri molti di noi, dopo giorni e giorni trascorsi diligentemente a rispettare le indicazioni del Governo di restare tra le quattro mura domestiche, si sono concessi una passeggiata sotto un caldo sole primaverile e diciamocelo pure, è stata pura felicità.
Tuttavia non sono mancati i comportamenti al limite che rischiano di vanificare in un batti baleno i sacrifici fatti sino ad ora che hanno protetto la nostra regione da un boom di contagi.
Gruppetti di adolescenti senza alcun dispositivo di protezione e senza rispettare la distanza di sicurezza sul lungomare Falcone-Borsellino, podisti e ciclisti che in barba alle indicazioni fornite dal dpcm stavano a molto meno di due metri di distanza l’uno dall’altro. E potremmo continuare con tanti altri esempi visti con i nostri occhi.
Per carità nulla di imperdonabile, tuttavia di molto rischioso. Per questo va ribadito con forza che i siciliani non possono permettersi di scampare a quell’ondata preannunciata (e per fortuna mai arrivata) all’indomani del 9 marzo per poi finire investiti in pieno dal cavallone del 4 maggio.
Manteniamo alta l’attenzione, spieghiamo a figli o nipoti adolescenti che atteggiamenti irresponsabili rischiano di mettere in pericolo l’intera comunità, seppur non obbligatorio indossiamo la mascherina all’aperto, tuteliamo i nostri congiunti e invitiamo quanti faranno ritorno in Sicilia dal nord nei prossimi giorni a rispettare diligentemente l’autoisolamento volontario di 14 giorni.
Solo insieme ne usciremo e allora saremo davvero euforici.