Che la situazione rifiuti a Favara è drammatica e pericolosissima, aggravata dalla pandemia da coronavirus e dal numero sempre crescente delle persone positive al covid-19, è palese e sotto gli occhi di tutti. Ma l’interrogativo al quale si chiede una risposta è “Quando si risolverà e in che modo?”.

Oggi è il 13° giorno di astensione dal lavoro dei netturbini dipendenti dalle ditte che, riunite sotto forma di ATI, hanno in appalto il servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti solidi urbani di Favara. Uno sciopero “spontaneo” per non usare il termine “arbitrario”, portato avanti con determinazione per chiedere il diritto costituzionale di avere corrisposto lo stipendio. Uno sciopero che potremmo definire “ciclico” in quanto si ripete almeno due, tre volte l’anno. Lo abbiamo scritto e ripetuto in varie salse, sciopero dovuto al mancato pagamento delle fatture da parte del Comune alle Ditte che di conseguenza non pagano di loro dipendenti. La causa la sappiamo, è la soluzione che ci manca.

Da qui, appunto l’interrogativo: “IN CHE MODO E SOPRATTUTTO QUANDO SI RISOLVERA’ IL PROBLEMA RIFIUTI” e aggiungiamo anche “COSA FARE PER EVITARE LA REITERAZIONE DEL FENOMENO”.

Ma intanto che si fa? “Aspittamu a cu nun veni mai”. La città e naturalmente i cittadini debbono convivere con questa drammatica situazione “sine die”? Sappiamo dell’incontro infruttuoso che c’è stato tra l’Amministrazione comunale e i responsabili delle Ditte. Siamo a conoscenza anche di una nota che la sindaca Anna Alba ha inviato lo scorso 1 aprile al Prefetto di Agrigento, alla Commissione di Garanzia dell’attuazione della legge sullo sciopero nei servizi pubblici essenziali, alle segreterie provinciali di CGIL-CISL-UIL, alla Società ISEDA capofila dell’ATI, alla SRR ATO Agrigento Est, dove comunica “dell’astensione arbitraria delle attività lavorative del personale ATI Iseda di cui all’appalto S.P. 3/20189”.

Anna Alba scrive in maniera decisa che: “Tale astensione sta comportando gravi problemi di natura igienico-sanitaria ed ambientale, disservizi a tutta la cittadinanza e all’immagine dell’amministrazione comunale”. Se la situazione era grave e preoccupante il 1 aprile, ovvero dopo 4 giorni di sciopero, immaginiamo ora che siamo al 13 giorno di astensione.

Anna Alba non esita un istante ad evidenziare che “le responsabilità, come previsto dal Contratto, ricadono sull’ATI Iseda”. Imprese che nella stessa nota sono avvisate “dell’avvio di procedimento in esecuzione dell’art. 17 dello stesso contratto. Per cui verrà applicata la decurtazione delle giornate non lavorate , nonché le sanzioni previste”. E la sindaca va oltre: “Se continua a non esservi la ripresa del si ricorrerà all’utilizzo dell’Ordinanza contingibile e urgente pur di far fronte alla grave situazione igienico sanitaria , il tutto in danno all’ATI Iseda”. Ripetiamo cose scritte il 1 aprile, ma che pare non siano state ancora attuate.

Anna Alba prosegue con determinazione con gli annunci: “nel caso in cui l’ATI e di conseguenza tutti i propri dipendenti continuassero a non rispettare i termini normativi del contratto, si riserva di ATTIVARE LE PROCEDURE DI RISOLUZIONE CONTRATTUALE “.

La sindaca Anna Alba, nella stessa nota del 1 aprile, ha chiesto aiuto al Prefetto di Agrigento “per intervenire, per far si che gli operatori addetti al servizio di igiene ambientale riprendano a lavorare nel più breve tempo possibile”. Tutto questo, come abbiamo detto più volte, succedeva il 1 aprile. Considerato che siamo al 10 aprile e che la situazione non è stata risolta, ma si è aggravata giorno dopo giorno, crediamo che nessuno degli attori qui citati abbia mosso le proprie pedine, o almeno nessuno lo ha comunicato.

La situazione oltre che essere gravissima crediamo di poterla definire in una FASE DI STALLO, per usare un termine scacchistico, dove SOTTO SCACCO C’E’ TUTTA LA CITTA’ DI FAVARA.