Capita a me e credo anche ai miei colleghi giornalisti, quasi quotidianamente, sentirsi chiedere come va l’amministrazione comunale con la sintetica domanda “chi dici u sinnacu”.
Chi fa la domanda ha già una sua risposta, ma vuole conoscere il pensiero di chi racconta all’opinione pubblica la politica locale. Cosicché sotto giudizio non è solo il sindaco perché nella risposta c’è pure il giornalista a prescindere se la pensa diversamente o allo stesso dall’interrogante.
Il sindaco di Favara ha davanti due enormi problemi: le casse comunali vuote e la macchina burocratica da mettere a regime. I suoi programmi e i suoi progetti devono per forza di cose passare attraverso i due ostacoli.
Mentre non è un gran problema la sua minoranza numerica all’interno dell’aula Falcone Borsellino, sia perché da parte della stragrande maggioranza di consiglieri c’è buonsenso e voglia di fare e anche perché Antonio Palumbo, fino adesso, ha portato nell’assise cittadina atti dovuti e non politici. Ad ogni modo, c’è la giusta e prudente collaborazione tra il sindaco e il consiglio, abilmente presieduto da Miriam Mignemi.
Tralasciamo di fare l’elenco delle cose fatte, relativamente poche, e delle cose che restano da fare, realmente, tante, per concentrarci su come Palumbo sta esercitando la sua carica politica.
Abbiamo citato i due grandi problemi, finanziario e burocratico, mentre l’arma più efficace per portare fuori dal pantano Favara è il coraggio. Il coraggio di affermare la legalità che non è cosa di poco conto, in un territorio dove in molti si sono comportati e si comportano ancora con estrema disinvoltura non rispettando i beni della collettività, con decennale occupazione abusiva di proprietà pubblica e di chi non vuole saperne di osservare le regole fondamentali dei vivere civile.
Mancanze di controlli e scellerate compiacenze tra controllori e controllati hanno determinato sbagliate consuetudini oggi difficili da stradicare.
L’altro coraggio è quello sulle scelte che privilegiano l’interesse della gente, piuttosto del singolo cittadino.
Detto questo andiamo alla domanda: chi dici u sinnacu?
Antonio Palumbo, conoscendolo bene, non sarà mai complice di chi è contro la legge. In città, negli anni, si sono affermati e consolidati, dicevo, fatti e comportamenti sbagliati che l’attuale primo cittadino sta affrontando per riportare tutto il territorio all’interno delle regole. E lo sta facendo senza se e senza ma. Ci vuole tempo, ma il percorso si è iniziato.
Pone la dovuta attenzione all’opinione pubblica. Quasi tutti i problemi sollevati dalla stampa sono stati immediatamente attenzionati dall’amministrazione comunale.
In estrema sintesi, Palumbo ha fatto quello che ha potuto nel suo primo anno da sindaco. Adesso, si inizia la salita dovendo nei prossimi anni dimostrare ai favaresi che non hanno sbagliato a dargli la fiducia.
Palumbo è sotto giudizio e sa di esserlo.