Ergastolo. I giudici della Corte di Assise di Appello di Messina, confermando il verdetto di primo grado, hanno condannato al carcere a vita Antonio De Pace.
L’uomo un infermiere calabrese la notte del 31 marzo uccise la propria fidanzata Lorena Quaranta di Favara.
La Corte ha accolto pienamente le richieste delle parti civili, in primis quelle dei familiari della giovane ragazza rappresentati dall’avvocato Giuseppe Barba. La procura generale, a margine della requisitoria, aveva chiesto l’applicazione delle attenuanti generiche nei confronti di De Pace, reo confesso, aprendo uno spiraglio alla possibile revoca dell’ergastolo. La Corte di Appello ha rigettato la richiesta e ha inflitto all’imputato il massimo della pena. La Corte di Appello ha disposto altresì il risarcimento in favore delle parti civili: il centro antiviolenza “Una di Noi”, Cedav, “Al tuo fianco” e i centri antiviolenza Telefono Rosa Bronte, work in progress, Pink Project Evaluna Onlus. A rappresentarli gli avvocati Cettina Miasi, Cettina La Torre, Maria Gianquinto.
La città di Favara ha dedicato alla dottoressa Lorena Quaranta e a tutte le vittime di femminicidio un angolo del giardino della biblioteca comunale.