Si è creata una sorta di “corto circuito istituzionale”, come ha scritto Filippo Cardinale, nel quotidiano online corrieredisciacca.it.
E non ce ne sarebbe stato bisogno. Affatto.
Anzi, c’è bisogno di rimboccarsi le maniche tutti e lavorare insieme per lo sviluppo del territorio. Non con le solite belle parole, ma col concreto impegno diuturno che, ad oggi, ci ha messo il Cartello Sociale. Il quale veramente ha fondato una speranza ed ha costituito e costituisce una esperienza implicante considerevoli componenti attive della società civile, nella prospettiva di affermare un modello di confronto, di condivisione e di dialogo con i soggetti istituzionali e con l’obiettivo di portare alla ribalta e cercare di risolvere le complicate e difficoltose problematiche del territorio.
E’ successo invece che è stata elaborata una bozza di lettera, a firma dei sindaci che vi aderiranno, per smentire quel je accuse del Cartello in materia di salute pubblica nell’agrigentino, inviato a Sergio Mattarella, nella parte in cui rivolgerebbe “accuse gratuite” al Prefetto di Agrigento.
Ma davvero il Cartello Sociale fa “accuse gratuite” al Prefetto?
In verità, forse non fa nemmeno accuse.
Ecco cosa il Cartello Sociale ha scritto testualmente in proposito: “è stato consegnato nelle mani del Prefetto un documento riassuntivo delle principali criticità del sistema sanitario pubblico da consegnare al Governo centrale. Oltre al documento é stata inviata una richiesta d’incontro ma ad oggi il Prefetto ha risposto che avrebbe approfondito a diversi livelli per dare una più esaustiva risposta ma finora, a due mesi esatti dalla manifestazione, non si è avuto altro riscontro. In questo senso, ci è stato comunicato da parte del rappresentante del Governo che sono stati presi contatti a diverso livello con le autorità competenti in materia per le opportune iniziative”.
Il Cartello Sociale ha riportato uno stato di fatto, non ha fatto accuse. Tantomeno gratuite.
Fermiamoci finché siamo in tempo. Evitiamo che il corto circuito diventi black-out. Diventiamo protagonisti di sviluppo, insieme, non di solidarietà pelose, di cui davvero non c’è necessità.
Quale migliore occasione perché si svolga l’incontro tra Prefetto e Cartello sociale sulla sanità pubblica agrigentina, senza polemiche, bensì con spirito attivo, partecipativo e costruttivo da parte di tutti?