C’è una norma nella legge di stabilità che potrebbe comportare un esodo dei medici dal Servizio Sanitario Nazionale: è l’art. 33, rubricato “disposizioni in materia di adeguamento delle aliquote di rendimento delle gestioni previdenziali”; questa norma -al comma 2- prescrive un nuovo e penalizzante regime per le domande di pensione di tutti gli iscritti alla Cassa per le Pensioni dei Sanitari (CPS) “prodotte dalla data del 1° gennaio 2024 “.
Un nuovo sfavorevole regime che potrebbe favorire la presentazione di numerose domande di pensione da parte dei medici entro il 31 dicembre 2023.
Il segretario di ANAAO-ASSOMED (il maggiore dei sindacati dei medici ospedalieri) dice senza mezzi termini: “i professionisti che potranno andare in pensione sceglieranno probabilmente di farlo subito, per evitare il pesante taglio alla loro pensione – fino a 26mila euro l’anno – che scatterà dal primo gennaio 2024”.
Pierino Di Silverio aggiunge: “circa 6mila medici e dirigenti sanitari del SSn hanno già maturato i requisiti pensionistici o li matureranno nel 2024, ovvero 42 anni e 10 mesi di contributi e 67 anni di età. Prevediamo che ci sarà un esodo dal Ssn”.
Se ciò dovesse accadere, la sanità pubblica siciliana (già messa in ginocchio dalle carenze di organico) crollerebbe inesorabilmente.
Immaginiamo per esempio gli ospedali dell’ASP di Agrigento: recentemente hanno abbandonato un dirigente medico della chirurgia dell’ospedale di Canicattì, il primario del Pronto Soccorso di Agrigento, quattro medici dell’ortopedia dell’ospedale di Agrigento. Cosa accadrebbe se a questi abbandoni si aggiungessero altri esodi (quelli provocati, per l’appunto, dalla norma della legge di stabilità che taglia le aliquote per gli anni di contribuzione calcolati con il sistema retributivo)?
Certo, la norma non è stata ancora approvata dalle Camere, ma la maggioranza è convinta di andare avanti a muso duro, tant’ che nessuno dei parlamentari dei partiti che la compongono ha presentato uno straccio di emendamento. E peraltro questa norma (che riguarda anche gli impiegati comunali e gli insegnati asili nido e quelli elementari) risulta fondamentale nel computo dei saldi finanziari.
Proprio per questi motivi, i sindacati ANAAO ASSOMED, col segretario nazionale Pierino Di Silverio, e CIMO-FESMED, col presidente Guido Quici, hanno proclamato formalmente lo stato di agitazione e, dopo aver condiviso con le altre organizzazioni sindacali di categoria il percorso da seguire, indiranno una giornata di sciopero nella prima data utile.
“Se, con questa manovra, il Governo intende spingere ulteriormente i medici ad abbandonare il Servizio sanitario nazionale, daremo con piacere loro una mano”- ironizzano Pierino Di Silverio, segretario ANAAO ASSOMED, e Guido Quici, presidente CIMO-FESMED, in una nota a firma congiunta.
“E quando i pazienti che si recheranno in ospedale troveranno ancora meno professionisti a curarli, sapranno chi ritenere responsabile. Ma noi, dinanzi a questo ennesimo voltafaccia, non intendiamo restare in silenzio, e siamo costretti ad iniziare un nuovo percorso sindacale meno disponibile a collaborare con le Istituzioni”- commentano infine Pierino Di Silverio e Guido Quici.