Ieri sera la seduta in aggiornamento è caduta per mancanza di numero legale.
Adesso arriva il comunicato della Dc che chiarisce la propria linea politica all’interno dell’aspra polemica tra il sindaco e gran parte dell’opposizione, esattamente 11 consiglieri che hanno firmato la sfiducia all’assessore Schembri, poi ridotti a 10 perché in fase di votazione tanti erano i presenti.
Ma vediamo quale è la scelta della Dc.
“Alla luce di ciò che è emerso ieri sera durante la seduta del Consiglio Comunale di Favara – scrivono i consiglieri di Cuffaro – preposto a discutere e decidere anche su 7 Variazioni di Bilancio pari a 3.000.000 di euro di trasferimenti che rischiano di essere persi dalla città per i capricci di alcuni componenti del consiglio, i Consiglieri Comunali della Democrazia Cristiana che rappresentano l’opposizione in questa amministrazione Palumbo e cioè il Capogruppo Rino Castronovo, Marianna Zambito, Salvatore Fanara e Ignazio Sorce tengono a precisare che pur essendo nati in opposizione non sono la maggioranza, ma per il bene del territorio favarese assicurano la propria presenza offrendo possibilità alla comunità di risollevarsi e riprendere pian piano la propria dignità socio-territoriale.
I quattro Consiglieri della DC si dichiarano pronti a portare avanti e sostenere progetti e idee che possano rivalutare Favara collaborando con operosità ed efficienza risolutiva per un paese che oggi più che mai chiede aiuto e sostegno su molti fronti”.
Scelta rispettosissima come tutte le altre che mirano ad un obbiettivo valido per la collettività.
Personalmente ritengo che il dibattito e il confronto siano elementi fondanti della civiltà e della democrazia.
Oggi, comunque, il centrodestra è imploso, ogni parte con una diversa strategia da seguire. Implode il centrodestra e si formano due opposizioni in Consiglio comunale, una, per così dire, collaborativa e un’altra non disponibile a dialogare con un sindaco che, tutto sommato, pare di capire non ami tanto il dialogo. L’amore e le guerre non si fanno da soli.
C’è da dire ancora che la divisione del centrodestra non avviene dopo un incontro dei partiti politici che ne fanno parte ma su precise scelte dei consiglieri. Come dire, una divisione di fatto. E questo non è certamente un buon segnale. Del resto se il centrodestra non si riunisce per trovare una strategia comune all’interno del Consiglio Comunale, figuriamoci sui tanti problemi della città. E allora c’è sulla carta o durante le competizione elettorali, oppure non è così. E come è lo faranno sapere, qualora ne avessero voglia, i vari coordinatori cittadini delle forze politiche di FI, FdI, Autonomisti, Onda e Cambiare passo e Democrazia Cristiana.