martedì, 11 Novembre 2025
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    PROVINCIA DI AGRIGENTO: RESIDENTI PENSIONATI SUPERANO QUELLI CHE LAVORANO

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    E’ davvero desolante scoprire che la nostra provincia ha più quiescenti che lavoratori.

    Da uno studio CGIA, che ha elaborato dati statistici INPS e ISTAT, risulta infatti che nel territorio della provincia di Agrigento ci sono 146mila pensionati e 113mila occupati.

    Un dato in linea con quello regionale che vede, in Sicilia, un numero di pensioni pari a un milione e 640mila, a fronte del numero degli occupati ammontante a un milione e 337mila; il saldo negativo è di 303mila unità.

    Il dato nazionale è invece pari a 22milioni e 772mila quiescenti e a 23milioni e 99mila lavoratori, con un saldo positivo di 327mila unità.

    Sono dati davvero preoccupanti. E’ già sconfortante che -a livello nazionale- il rapporto tra pensionati e occupati sia di uno a uno. Ma nel mezzogiorno d’Italia e in Sicilia, il sorpasso delle pensioni sulle occupazioni è addirittura drammatico.

    E la provincia di Agrigento rispecchia questa situazione di drammaticità, in cui la popolazione invecchia sempre più, le nascite crollano costantemente e il lavoro irregolare aumenta regolarmente.

    Quest’ultimo fattore, come gli altri due, caratterizza tutto il territorio nazionale, tanto che -secondo l’ISTAT– i lavoratori in nero sarebbero oltre 3 milioni, dislocati nelle fabbriche, nei campi, nel terziario d’ ogni area geografica della nostra penisola.

    Ma anche la denatalità è fenomeno non indifferente, se durante gli Stati Generali della Natalità dello scorso maggio si è pure registrata la presenza, quali protagonisti, di papa Francesco e di Giorgia Meloni.

    Eppure le misure incentivanti la natalità sono tuttora gravemente insufficienti: occorrono maggiori aiuti alle giovani mamme, ci vogliono bonus perduranti post-nascita e sino a una certa età per i minori, servono molti più asili-nido a tempo pieno, etc…

    Ed è auspicabile che sia innalzato il livello di istruzione della forza lavoro (che in Italia è ancora tra i più bassi di tutta l’UE) e che sia incentivato ulteriormente l’ingresso delle donne nel mercato del lavoro.

    Ma torniamo alla provincia di Agrigento, dove il tasso di occupazione è pari ad appena il 31,9%, della popolazione residente, mentre quello femminile si abbassa addirittura al 21,2%.

    Una situazione davvero scoraggiante, nonostante le prospettive di sviluppo nel settore turistico che allo stato attuale non hanno comunque dato i risultati in astratto consentiti dalle ottime potenzialità sussistenti.

    C’è il rischio che, così continuando le cose, la situazione possa implodere a livello di sanità (i segnali nei nostri territori già ci sono tutti) e a livello di previdenza.

     Si devono cercare e concretizzare soluzioni adeguate (oltre quelle evidenziate sopra) e, prima tra tutte, quella dell’effettiva emersione e regolarizzazione del lavoro in nero nei campi, nei cantieri, nei servizi, a domicilio…

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