“L’arte che fa bene”: e’ questo il nome dell’ iniziativa di solidarietà promossa dall’Area Madre Teresa del Consiglio Pastorale Cittadino di Favara- moderata da Gabriele Matina e Giusy Stuto-in collaborazione con l’istituto Martin Luther King di Favara.
Da alcuni giorni, alcuni alunni dell’Istituto Martin Luther King- diretto da Mirella Vella-, sono al lavoro, sotto l’occhio attento del docente professor Gueli. per realizzare circa 120 piccole tele che immortalano edifici, monumenti, chiese, scorci della città di Favara.
Il motivo dell’alacre lavoro dei ragazzi ha radici in un’iniziativa iniziativa nata dalla collaborazione tra l’istituto Martin Luther King e l’Area Madre Teresa del Consiglio Pastorale Cittadino di Favara, che si occupa del coordinamento delle attività caritative e che ha pensato di coinvolgere i ragazzi mettendo a frutto le loro competenze e la loro arte.
Quanto realizzato dai ragazzi sarà, infatti, distribuito alle parrocchie di Favara e potrà essere acquistato da chiunque voglia dare il proprio contributo: il ricavato dell’iniziativa servirà a sostenere le attività dei centri di ascolto parrocchiali.
“Ogni settimana- dichiarano Gabriele Matina e Giusy Stuto, moderatori dell’ area Madre Teresa del CPC‐ sono tante le famiglie che si rivolgono ai centri di ascolto per ricevere aiuto in termini di spesa e sostegno economico. É piaciuto condividere con i ragazzi questa iniziativa per far comprendere che qualsiasi talento, qualsiasi dono, qualsiasi competenza, può essere utilizzata per fare del bene”.
Quanti fossero interessati alle tele, le troveranno presso le seguenti parrocchie:
Beata Maria Vergine dell’Itria, San Calogero, BMV delle Grazie, San Giuseppe artigiano, Chiesa Madre, Convento.
“Si potrà dare il proprio contributo- aggiungono Natina e Stuto‐ e ricevere una piccola opera realizzata dai ragazzi con grande impegno e con le competenze acquisite nel percorso di studio. Per i ragazzi sicuramente è stata l’occasione anche per riscoprire la bellezza del centro storico e per tutti sarà l’occasione per avere a casa propria una piccola “opera d’arte che fa bene”.