intervento di Giovanni Tesè *
È per me doveroso rivolgere un sentito grazie a Voi tutti, a tutti i soci dell’Associazione Nicolò Cinquemani Arcuri – Istituto di Formazione Giuridica e Politica – per questo riconoscimento che mi avete voluto conferire e che mi riempie di gioia e di orgoglio.
Consentitemi di rivolgere un affettuoso saluto all’avvocato Marco Zambuto, Sindaco della Città di Agrigento – che ospita la III edizione di questa importante manifestazione – e un fraterno abbraccio al professore Antonio Palazzo Cinquemani, Presidente dell’Associazione e per me maestro e amico di scienza e coscienza.
Non ho avuto modo di conoscere personalmente il notaio Nicolò Cinquemani Arcuri, per ovvie ragioni anagrafiche; ho avuto modo, però, di conoscere i “frutti” eccelsi di questo “albero” possente e straordinario: frutti luminosi ed esempio per noi tutti.
Penso alla sua primogenita: la signorina Niny Cinquemani, nata nel 1912 e tornata alla casa del Padre nel 2003 e per un’arcana coincidenza gli stessi anni di nascita e di morte di mia madre.
La signorina Niny testimoniò la fede, la speranza, la carità e la verità nel quotidiano e per tutta la sua esistenza terrena. Fu un faro insostituibile per tutti coloro i quali hanno avuto l’opportunità di starle vicino. Anch’io, che ho avuto la gioia di conoscerla, ho potuto apprezzare le sue straordinarie doti umane e spirituali. Oggi possiamo attingere nutrimento sano dai suoi scritti e soprattutto dal suo “diario”, autentica guida spirituale.
Penso alla sua secondogenita: la signora Maria Cinquemani, sposata Palazzo – che condusse la sua esistenza cristianamente per la pace e l’amore sociale – mamma del “Nostro” Antonio Palazzo, nipote diretto, pertanto, del notaio Cinquemani Arcuri.
Fu proprio Antonio Palazzo a farmi conoscere la figura e le opere del nonno materno.
Ricordo con non poca nostalgia gli anni vissuti nell’Università di Palermo e quando, alla fine delle lezioni, avevo la gioia e l’onore di accompagnare l’amico e maestro Antonio Palazzo dalla Facoltà di Giurisprudenza fino al Politeama o fino a casa sua.
Dopo una breve sosta nel negozio del cavaliere Pustorino, percorrevamo a piedi la via Maqueda, la via Ruggero Settimo, un tratto di via Libertà e lungo quel tragitto mi parlava anche dei giuristi illuminati, dei sociologi attenti alle dinamiche politiche ed economiche, dei politici lungimiranti che la nostra terra di Sicilia, forte e antica, ha generato.
Sembrava che il tempo volasse.
Il professore Palazzo, con il suo eloquio fluente, preciso, coinvolgente, mi parlava del professore Giuseppe Messina, mio illustre concittadino, di don Luigi Sturzo – ricordo anche la compartecipazione ai tanti incontri e seminari tenuti a Casa Professa sul pensiero e l’opera del grande sacerdote calatino – e del suo amato nonno materno.
Così imparai, tanti anni fa, a conoscere le grandi doti umane, sociali, giuridiche e politiche di Nicolò Cinquemani Arcuri, straordinario figlio di Sicilia.
Imparai a conoscere anche le grandi battaglie portate avanti con forza e ardore dall’illustre giurista e politico agrigentino: dalle battaglie amministrative per dotare di acqua potabile la sua amata Cianciana a quelle politiche per il riconoscimento dell’autonomia regionale siciliana, per l’affermazione della sovranità popolare e del suffragio universale, per l’introduzione del principio sulle imposte progressive e per la promozione di una scuola pubblica interamente gratuita e aperta a tutti.
È proprio sul valore della cultura che Egli, con generosità, ha impegnato molte sue energie. Credeva fortemente che solo con una buona cultura si è veramente in grado di formare buoni politici e amministratori competenti.
Il commendatore Nicolò Cinquemani Arcuri fu sempre accanto ai contadini, agli operai, ai più deboli, agli ultimi e si è sempre battuto per l’elevazione culturale, economica e sociale dei meno abbienti e dei meno fortunati.
La persona umana e il bene comune furono messi al “Centro” della sua missione politica e la politica fu per lui un impegno per la giustizia; servì il diritto ma combatté sempre l’ingiustizia.
Doti alquanto rare ma necessarie in ogni epoca per affrontare e superare le criticità politiche, economiche e sociali che, specialmente oggi, caratterizzano in modo preoccupante tanto il nostro Paese quanto l’intero il mondo intero.
Oggi più che mai siamo chiamati a dare il nostro personale e sincero contributo per una pacifica rivoluzione della speranza che tragga vigore, linfa ed esempio dal passato e ciò per comprendere meglio il presente e poter progettare un futuro più giusto, più umano, più responsabile, solidale e fraterno.
Oggi, finalmente, da più parti si comincia ad avvertire l’improcrastinabile necessità di impegnarsi con forza e abnegazione, in prima persona, per restituire innanzi tutto dignità alla politica.
Sembra che ci sia voglia di tentare, anche se con non poca difficoltà, di uscire dall’indifferentismo, dal cinico pragmatismo e dal relativismo che hanno caratterizzato e caratterizzano ancora il tempo presente; sembra che si voglia finalmente cambiar rotta!
Con questa consapevolezza desidero accogliere il premio conferitomi, che mi onora e al tempo stesso mi riempie di responsabilità; un premio che terrò sempre in ben evidenza e soprattutto che terrò in un posto speciale del mio cuore.
Anche per questo e con questo spirito desidero dedicare questo premio ai miei figli Dario, Alessandro e Gaspare, perché possano tenere alti e vivi nella loro vita i valori della giustizia, della solidarietà, della responsabilità, del bene comune e della persona umana. Con loro desidero dedicarlo anche ai giovani, a tutti i giovani, perché con le loro idee innovatrici, con i loro progetti audaci e nutriti con l’esempio dei nostri grandi conterranei del passato e tra questi sicuramente Nicolò Cinquemani Arcuri, possano preparare e progettare un futuro più giusto, più umano, più solidale per la Sicilia, per l’Italia e per un’Europa unita e libera.
* Intervento dell’Avvocato Giovanni Tesè, già amministratore della Città di Naro e dell’Opera Universitaria di Palermo, in occasione del conferimento del premio comm. Nicolò Cinquemani Arcuri – III Edizione – Pubblica cerimonia tenutasi sabato 8 ottobre 2011 alle ore 17.45 presso il Collegio dei Filippini di Agrigento.
Abbiamo pubblicato questo intervento non solo per ricordare la figura del notaio Cinquemani Arcuri, originario di Cianciana, ma anche per onorare la memoria del nipote di lui, Antonio Palazzo, scomparso nei giorni scorsi (il 26 di novembre di quest’anno), il quale tanto teneva a questo Premio, così come teneva all’ Istituto di Formazione Giuridica e Politica intestato al notaio.
Giurista civilista, Antonio Palazzo è stato è stato Docente di diritto del lavoro nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Palermo e Professore Ordinario di Istituzioni di diritto privato nella Facoltà di Giurisprudenza dell’Università degli Studi di Perugia.
Egli ha pubblicato numerose opere giuridiche, monografie e contributi scientifici nel campo del diritto civile. Ha anche pubblicato degli studi sulla dottrina sociale cattolica e diverse interessantissime monografie in materia bioetica.
Nella foto: da sx, Giovanni Tesè, Michelangelo Taibi, Antonio Palazzo, Marco Zambuto, Luigi Gentile, Giuseppe Miccichè, Lillo Firetto.