Il Tribunale Amministrativo Regionale accoglie il ricorso di alcuni esclusi: “Violata l’imparzialità della selezione”. Condannata l’ASP al pagamento delle spese.
Clamoroso colpo di scena sul concorso bandito dall’Azienda Sanitaria Provinciale di Agrigento per l’assunzione a tempo indeterminato di Tecnici di Radiologia. Con una sentenza emessa il 1° luglio 2025, il TAR Sicilia – Sezione di Palermo ha annullato tutti gli atti della procedura concorsuale, accertando gravi vizi di legittimità legati alla composizione della Commissione esaminatrice, nella quale sedevano due esponenti politici in carica.
La vicenda riguarda un concorso pubblico, indetto nel 2022, per la copertura di 7 posti da Tecnico Sanitario di Radiologia Medica (cat. D). Dopo l’esclusione di numerosi candidati a seguito della prova scritta, alcuni di essi si sono rivolti al TAR, assistiti dagli avvocati Girolamo Rubino, Giuseppe Impiduglia e Giuseppe Gatto.
Commissari-politici: incompatibilità evidente
Nel ricorso, i legali hanno evidenziato un elemento che ha pesato come un macigno sull’intera procedura: la presenza in Commissione di due soggetti impegnati in ruoli politici attivi. In particolare, il dott. Nobile, componente della Commissione, era stato eletto consigliere comunale a Ravanusa, mentre il Presidente della Commissione, dott. Trigona, dopo la nomina era stato designato assessore nel Comune di Licata.
Una doppia funzione – quella di commissario e quella di amministratore politico – ritenuta incompatibile con il principio di imparzialità che deve guidare ogni selezione pubblica.
La decisione del TAR: “Rischio di condizionamento”
Già con un’ordinanza cautelare del 6 settembre 2024, il TAR aveva sospeso gli atti, accogliendo le tesi difensive. Ma è con la sentenza definitiva del 1° luglio 2025 che il Tribunale ha certificato l’irregolarità della procedura, scrivendo nero su bianco che:
“I ruoli politici ricoperti da due dei tre commissari della procedura selettiva non consentono di escludere che la titolarità della loro carica politica, svolta in costanza dello svolgimento del concorso, possa aver interferito con il regolare svolgimento della procedura, pregiudicando le garanzie di imparzialità necessarie a garantire il rispetto della par condicio tra i partecipanti”.
Una dichiarazione che pesa come una sentenza penale, soprattutto considerando la ristrettezza numerica della Commissione e la dimensione territoriale dell’ASP.
Atti in Procura e alla Corte dei Conti
Ma la vicenda non si chiude qui. Il TAR, rilevando possibili profili di danno erariale in capo all’amministrazione pubblica – che dovrà ora ripetere il concorso da capo, con aggravio di costi e tempi – ha disposto la trasmissione della sentenza alla Procura Regionale della Corte dei Conti di Palermo.
Non solo: gli atti sono stati inviati anche alla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Agrigento, affinché vengano valutate eventuali responsabilità penali a carico di chi ha partecipato alla gestione della selezione.
Condanna alle spese per l’Asp
Come se non bastasse, l’Azienda Sanitaria Provinciale è stata anche condannata al pagamento delle spese processuali, liquidate in 3.000 euro oltre accessori di legge e alla restituzione del contributo unificato.
Una sconfitta pesante sotto tutti i punti di vista, che getta nuove ombre sull’affidabilità delle procedure concorsuali nella sanità siciliana e apre scenari giudiziari potenzialmente esplosivi.










