Ieri mattina abbiamo incontrato, in piazza Don Giustino a Favara tra la gente, il responsabile provinciale, Fabio La Felice, e Antonio Moscato, presidente locale di Fratelli d’Italia.
Agrigento e la sua provincia non sono un esempio di buona politica, un fatto gridato da tutte le classifiche nazionali sulla qualità di vita che vedono il territorio nelle ultime posizioni. Eppure non viviamo nel deserto, anzi, è davvero difficile trovare un pezzo d’Italia e di Europa ricco come l’agrigentino di bellezze culturali e ambientali. Tutto da decenni e allo sfascio. La politica si è fatta casta e ha operato per mantenersi tale.
Vero quando mai il tormentone “si mangiaru tutto”. Hanno divorato, principalmente, il futuro del territorio che cerca, con forza, il suo riscatto.
Negli ultimi decenni sono mancati, essenzialmente, i partiti politici che hanno lasciato il posto ai deputati di riferimento e alla loro attività fondata, quasi esclusivamente, sul clientelismo. Le segreterie politiche si sono trasformate in sale di attesa per essere ricevuti dal potente di turno al quale chiedere il favore.
Oggi c’è un aspetto positivo offerto gratuitamente dal tempo galantuomo: abbiamo preso coscienza che dobbiamo cambiare registro. Le recenti elezioni hanno palesemente dimostrato che il vecchio potentato politico non ha più gli strumenti per incantare l’elettorato.
Per Fabio La Felice e Antonio Moscato si inizia proprio da questi concetti e preparano per i cittadini un partito politico, luogo di incontro e di confronto aperto a tutti. I due responsabili di partito parlano di progetti da fare insieme per il territorio, affermando la tutela dell’ordinario all’agrigentino che non può, certamente, sostenere di averlo garantito, quando, è sotto gli occhi di tutti, il degrado, la situazione dell’igiene pubblica e del servizio idrico, i collegamenti stradali sono assenti, mentre la tassazione ha superato i limiti della decenza per i cittadini virtuosi e, nello stesso tempo, il territorio è il paradiso terrestre per gli evasori. Si spende troppo per servizi inadeguati che inchiodano la provincia nella povertà, escludendo la possibilità di portare a reddito le ricchezze naturali e culturali.
Hanno le idee chiare e buone gambe per farle camminare, i risultati sono, comunque, affidati al tempo.