Abbiamo deciso fin dalla nascita del giornale di allargare la redazione ai nostri lettori e, dopo sette anni, giudichiamo significativamente positiva la nostra liena giornalistica, grazie alla quale riusciamo ad entrare anche nel prezioso dettaglio dell’informazione. Oggi ospitiamo l’avvocato Salvatore Virgone, conosciuto per i suoi pregi di cittadino e di professionista, che, in questo momento di grave emergenza, interpreta il comune sentire dei favaresi su un aspetto: le non risposte. F.P.
Avvocato Salvatore Virgone
“Io continuo a non capire.
Dunque, il sindaco qualche giorno fa, ha chiesto, correttamente direi, collaborazione ai suoi concittadini, in un momento particolarmente delicato di tutto il territorio nazionale.
Contraddittoriamente, in piena emergenza sanitaria, ha disposto la sospensione del servizio di raccolta dell’umido, da sabato scorso, sine die.
È evidente come in un periodo in cui tutti stiamo a casa, l’umido rappresenti il rifiuto prodotto in maggiore quantità che, allo stato, ammassiamo nei balconi (per chi come me vive in condominio), siccome il mastello fornito di misura assolutamente inadeguata.
Ora, io non voglio polemizzare, la politica non mi ha mai attratto e suscitato entusiasmo, ma vivere in queste condizioni credo non sia ammissibile ed urge comprendere le ragioni per le quali si continui a glissare sull’argomento.
Le emergenze a Favara, da quelle strutturali a quelle sociali, non finiscono mai ed ognuno di noi deve addebitarsene la responsabilità.
Ciò posto, a questo punto, ritornando al cuore del problema smaltimento dell’umido, ritengo imprescindibile e non più differibile, comprendere se il disservizio (perché di questo si tratta ), comune al vecchio come al nuovo sistema di raccolta, riguardi solo questo Comune ovvero anche altri; qualora la sospensione del servizio di raccolta umido dovesse riguardare solo noi, dovremmo chiederne conto all’amministrazione, sempre pronta ad indirizzare il dito nei confronti di chi non abbia ritirato i mastelli e che conferisca indiscriminatamente, ma mai solerte ad individuarli e responsabilizzarli.
Anzi, in questo modo, nell’impunità, chi è in malafede ed irrispettoso delle regole, non avrebbe motivo per desistere da tali beceri propositi, gravando su chi paga e dovrebbe continuare a farlo, in assenza del servizio previsto a titolo di corrispettivo.
Io, personalmente, senza discussioni, rispetto le regole (almeno credo), nella logica del se sbaglio pago, ma penso sia giusto pretendere che il governo cittadino chieda a tutti il rispetto delle stesse regole.
Continuare così, adottando un nuova disciplina del conferimento e sospendendo subito la raccolta dell’umido, credo sia il peggior modo per dimostrare di avere cognizione del problema e del modo di affrontarlo.
Orbene, mi ripeto, tutti noi abbiamo il dovere di capire se il problema riguardi solo noi o altri abitanti di comuni vicini; nel primo caso, il persistente silenzio ci renderebbe complici di chi continua ad individuare pagliuzze negli occhi degli altri, evitando di rimuovere le travi ai propri.
Sono sempre stato zitto, rispettoso della disciplina collettiva, ma siamo ad un punto di non ritorno, abbiamo dei doveri nei confronti dei nostri figli cui non possiamo ovviare.
Sia chiaro, non cerco consensi e simpatie, ma solo risposte serie ed affidabili nel generale interesse cittadino; la nostra città, non il singolo, le merita”.