Da mesi Anna Alba e la sua giunta hanno cercato di mantenere a galla la barca che prende acqua da tutti i buchi. Oggi la prima donna sindaco di Favara ha deciso di mollare, quasi sicuramente, perché forte si è fatta la pressione dell’opinione pubblica sulla sua amministrazione.
Adesso, la situazione rischia davvero di diventare ingestibile.
Naufragano gli atti amministrativi sulla stabilizzazione dei precari, in forse il pagamento dei netturbini che stava trovando la soluzione in un altro mandato, quasi pronto, di 200mila euro che ora si congela.
Qualche mese fa, Anna Alba parlandomi a microfoni spenti mi raccontò del suo orgoglio per essere stata la prima donna sindaco di Favara e delle sue difficoltà ad amministrare in un quasi totale isolamento. Ha iniziato il mandato elettorale con una maggioranza di 14 consiglieri, che ha perso quasi tutti per strada.
Di errori dovuti essenzialmente alla mancanza di esperienza ne avrà fatti tanti, certamente avrebbe dovuto essere maggiormente aiutata, ma i sindaci tutti, lo dico per l’esperienza di amministrazione e giornalista, l’indomani dell’insediamento devono fare i conti con un mondo che gli rema contro. La bacchetta magica sono i soldi che i Comuni non hanno, specie in periodo di Covid.
Alla fine ha deciso di dimettersi e personalmente da favarese posso solo augurarmi un suo ripensamento, quando la città è in una drammatica emergenza e ha bisogno, comunque, di una guida politica.