di Domenico Bruccoleri
Nel 2013 oltre alle elezioni politiche, si aprirà la stagione congressuale di un grande sindacato confederale, la CISL, che modificherà la sua governace territoriale accorpando strutture categoriali, come il sindacato scuola, dei dipendenti del pubblico impiego ecc…. fino ad associare in una, le unioni territoriali di tre province Agrigento, Caltanissetta ed Enna.
Quell’area che negli anni settanta fù definita dalla pubblicistica il triangolo della miseria.
I nostri lettori si chiederanno in che modo questo evento che in genere richiama l’attenzione degli addetti ai lavori, possa costituire una notizia che richieda un approfondimento. Proveremo a spiegarlo, scrivendo ad esempio, che questo modello organizzativo demanda alle rappresentanze sindacali nei posti di lavoro, una funzione e un ruolo più efficace nella difesa dei lavoratori.
Tali cambiamenti avverranno in assenza di una legge sulla rappresentanza sindacale, che dopo i fatti avvenuti in Fiat contro la Fiom CGIL, pone domande su come sarà la tutela dei lavoratori nei settori della distribuzione (leggi supermercati ecc…) dove il sindacato è stato in provincia storicamente debole,mentre il ruolo paternalistico e talvolta spericolato della parte datoriale si è consumato, nonostante il contrasto dell’ azione sindacale con il sostegno politico della segreteria generale.
Il tema dei lavoratori protetti e di quelli non protetti nella esigibilità dei diritti risulterà indebolito nella distanza tra i lavoratori e i temi dello sviluppo e dell’occupazione con le sedi di sintesi che essendo tri-provinciiali avranno bisogno di una efficiente funzione sindacale dentro tutte le realtà comunali e produttive.
Una vertenzialità diffusa, di contenuti con progetto. Senza scomodare il pan sindacalismo che per la Cisl fu interpretata da Pierre Carniti, ma che decodificato dal linguaggio ideologico, richiedeva alla classe dirigente sindacale una loro visione sul modello di società che inevitabilmente concorrevano a modificare, è inevitabile che la Cisl debba aprire un dibattito su quale modello di sviluppo è utile al territorio e con quali alleati spostare l’agenda delle priorità condivise, se l’unita di azione con le consorelle CGIL e UIL è stata sostituita con l’azione concorrenziale con CGIL e occasionale con UIL ?
Il pan sindacalismo seguì al collateralismo in cui il sindacato era cinghia di trasmissione dei partiti che con il patto di Roma li avevano fatto rinascere dopo il ventennio fascista e del sindacato corporativo di stato.
Era l’era dell’ autonomia sindacale che dava forza alle istanze della società organizzata senza la mediazione dei partiti. La D.C. aveva una componente , forze nuove, dove trovavano ascolto gli interessi del sindacato dei lavoratori con reciproca relativa autonomia. Nessun Ministro del Lavoro poteva insediarsi a dispetto del sindacato.
Con tutte le contraddizioni ormai consegnate alla storia,ahimè, ancora minore il grado di civiltà del paese intero si è accresciuta, rivoltata. Saprà la nuova forma organizzativa essere all’ altezza della sfida che la CISL NON PUO’ non raccogliere in tema di aumento di diseguaglianze in una provincia depressa che perde i suoi giovani e deprime gli adulti? Dal dibattito congressuale capiremo meglio.
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Si apre la stagione congressuale della Cisl – Accorpamento di Agrigento, Caltanissetta e Enna
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