Ci risiamo, la corte dei conti trasmette al comune di Favara la deliberazione sul controllo contabile del rendiconto 2013. Altra puntata della triste telenovela che vede l’amministrazione comunale di Favara ricevere da parte della Corte dei conti un’altra “tirata d’orecchi” sulla gestione contabile finanziaria.
Nel dettaglio la Corte dei conti ha formulato la richiesta di numerosi chiarimenti per il permanere delle criticità su :
- ritardo nell’approvazione del rendiconto 2013 e dei documenti contabili rispetto ai termini di legge associato ad un carente monitoraggio della gestione e dei relativi equilibri durante l’esercizio provvisorio (protrattosi per undici mesi);
- significativa e strutturale crisi di liquidità denunciata dal costante ricorso alle anticipazioni di tesoreria con notevoli interessi passivi;
- discordanza tra il saldo del conto del tesoriere ed il saldo del conto anticipazioni, con differenza di quasi 158.000 euro;
- squilibrio di parte corrente associato a un generale scostamento tra previsioni definitive e impegni/accertamenti;
- enormi discordanti e non chiari importi relativi al disavanzo di amministrazione che dimostra l’inattendibilità di dati iscritti in bilancio;
- impropria contabilizzazione nella voce servizi conto terzi di poste non riconducibili a tale voce con alterazione di equilibri di bilancio e influenze negative per raggiungere il risultato del patto di stabilità;
- in merito alla gestione dei residui, la mancanza di idonei motivazioni in relazione al mantenimento e alla cancellazione egli stessi; la carenza di attività di recupero di evasione tributaria, nonostante le misure correttive approvate dal consiglio comunale;
- perdurante inadempimento da parte del comune circa il volume dei residui attivi, elevati residui passivi, esistenza di procedimenti di esecuzione forzata e non ultima l’elevata esistenza di anticipazioni i tesorerie non rimborsate pari al 12, 55% mentre la soglia è del 5% rispetto alle entrate correnti;
- il profilare di debiti fuori bilancio pari a circa 855 mila euro e la presenza di pignoramenti per oltre circa 860 mila euro, la sussistenza di debiti di attesa di riconoscimento per 1.637.716,00, l’emergere di altri debiti per euro 990.000,00, il superamento sia nel 2013 che nel 2012 delle soglie previste quale parametri di deficitarietà strutturale per i debiti fuori bilancio riconosciuti;
- la mancata attivazione di procedure per la tempestiva acquisizione degli organismi partecipati delle informazioni contabili necessarie alla valutazione delle attività svolte. Non si evince una chiara ricostruzione dei rapporti con la società ATO. In tale punto, la corte dei conte invita di adottare senza indugio i provvedimenti conseguenziali per sanare la posizione debitoria di euro 7.765.327,78;
- mancata redazione di un inventario generale dei beni immobili con indicazione dei valori;
- inottemperanza del comune dell’obbligo di adottare provvedimenti ed azioni correttive rispetto alle pronunce della stessa corte dei conti, ribadendo il mancato riscontro alle richieste già formulate.
La corte dei conti, poi menziona l’assenza dell’amministrazione comunale all’adunanza pubblica, fornendo il comune solo una memoria che viene ritenuta inadeguata.
La corte dei conti ricorda che il comune deve nei termini perentori di 90 giorni dalla deliberazione consiliare del 17 marzo 2015 dovrà far seguito l’adozione di un piano di riequilibrio.
Ovviamente su tale tempistica, in tanti scommettono che il provvedimento verrà portato in Consiglio comunale per la relativa approvazione solo l’ultimo giorno con poca possibilità per i consigliere di esaminare e valutare bene la proposta dell’amministrazione comunale.
La Magistratura contabile arriva persino a interdire il comune ad assumere impegni e pagare spese per servizi non espressamente previsti obbligatori dalla legge, fino a quando il comune non avrà provveduto a coprire il disavanzo e a finanziare i debiti fuori bilancio”.
A questo punto, è chiaro che alle mille verità della politica si contrappone quella della Corte dei conti che lascia pochi dubbi sul futuro finanziario dell’Ente e, in particolare, sul destino del piano decennale di riequilibrio che l’amministrazione sta predisponendo e che dovrà ricevere, oltre l’approvazione del Consiglio comunale, l’autorizzazione del Ministero degli Interni. Le previsioni non possono essere rosee e sono il risultato del malgoverno cittadino degli ultimi quattro anni, specie, sul settore finanziario. Come dire Manganella non è stato un buon sindaco e i danni sono a carico dei favaresi.