Don Diego Acquisto
Una festa giunta quest’anno all’VIIIa edizione, e che dopo diversi momenti dall’8 a 13 maggio, si concluderà nella mattinata di sabato 14 con la tradizionale sfilata ed i tanti messaggi conclusivi in piazza Cavour. Una festa pensata otto anni fa dalla Comunità Ecclesiale tramite l’apposita Commissione del CPC (Consiglio Pastorale Cittadino), e che via via si è sempre più affermata, coinvolgendo istituti scolastici, associazioni culturali e di volontariato, forze dell’ordine, autorità politiche, civili e militari, la stessa Amministrazione Comunale che recentemente ha deciso di istituzionalizzarla e farla propria, con tutto quello che questo comporta.
Nella riunione di ieri sera, il CPC ha deciso di inserire, nella tarda serata del 9 maggio p.v. una veglia di preghiera che si terrà nella Chiesa di S. Francesco, dove opera la Tenda di Abramo che attualmente detiene il Gagliardetto della Legalità. Naturalmente non poteva mancare e non è mancato un riferimento al particolare momento che sta vivendo Favara in questi giorni, in cui si sta riflettendo sulla necessità di rinnovare gli organi di Governo della Città, nelle prossime elezioni amministrative fissate per il prossimo 5 giungo.
Preghiera per la legalità che festeggiata, ha bisogno soprattutto di essere attuata, dalle Autorità e dai cittadini.
Non sono mancate negli anni precedenti ed anche nei mesi scorsi le iniziative di riflessione portate avanti soprattutto negli Istituti di scuola secondaria superiore ma non solo, da parte dell’apposita Commissione del CPC, coordinata dal dott. Gaetano Scorsone con la guida spirituale dell’arciprete don Giuseppe D’Oriente. Del quale ultimo, proprio nei giorni scorsi il più popolare e diffuso network ha ricordato, per esempio, la predica conclusiva del Venerdì Santo 2015.
In quella occasione, don Giuseppe, presente a Favara da poco meno di due anni, attingendo sicuramente alla sua diretta esperienza, ma forse anche a quanto appreso negli incontri dell’apposita Commissione del CPC, ha messo impietosamente il dito su tante piaghe della città, infastidendo il Palazzo, al punto di far parlare la stampa con titoli come “anatema di D’Oriente” o addirittura “incidente diplomatico”.
Il dovere della Chiesa è di non rinchiudersi nei riti ma impegnarsi nel concreto e risvegliare le coscienze per fare quello che è possibile fare.
Ricordiamo che don Giuseppe D’Oriente, portavoce della Comunità ecclesiale tutta, ha parlato di povertà a Favara paurosamente dilatata, con il misero reddito dei poveri che viene assorbito dalle tasse. “Basta citare – ha detto – il costo del servizio d’igiene di circa 460 euro all’anno e del servizio idrico, 250 euro; la loro somma supera il costo dell’acquisto del pane della famiglia per un anno”.
E via dicendo ! Parole che non devono essere dimenticate da tutti quelli che candidandosi, lodevolmente si vogliono spendere, sinceramente e disinteressatamente per il bene di questa martoriata città, la cui situazione continua ad essere grave, a sentire quelli che già si sono ufficialmente proposti come candidati a sindaco, che parlano di “città in ginocchio”.
La preghiera programmata dalla Chiesa di Favara per la settimana della Legalità, vuole puntare ad una politica che finalmente abbia il coraggio di passare dalle parole ai fatti. E se questo, finalmente, si realizzerà, come Favara merita, costituirà davvero un’innovazione dirompente. Viene da pensare ai continui messaggi di Papa Francesco, che parlando dei cambiamenti che devono avvenire anzitutto nel cuore dice : “ Un cristiano, se non è rivoluzionario, in questo tempo, non è cristiano”.
Da parte di tutti, anziché svicolare per non affrontare a Favara i problemi sul tappeto, ricorrendo magari ai soliti argomenti, a nostro giudizio, largamente spuntati che portano a continuare in un dialogo tra sordi, occorre davvero rimboccarsi finalmente le maniche, recuperare tutto quello che è possibile senza ulteriori, insopportabili gravami per la povera gente, che è l’unica sicuramente incolpevole di quanto accaduto.
In questo senso don Giuseppe D’Oriente, a suo tempo, ha sicuramente pronunciato, la frase più pungente…. “Tutti abbiamo il dovere di aiutare l’altro. Il Palazzo deve salvaguardare e non sfruttare”.
20-04-2016
Diego Acquisto