Pino Sciumé
Cambiare la denominazione alla piazza principale di Favara, a tutt’oggi intestata a Camillo Benso conte di Cavour o più semplicemente Cavour, non è una questione nata ieri. Sono decenni che si discute su questo aspetto per due motivi fondamentali.
Il primo: questa piazza rappresenta storicamente il luogo principale del paese. I favaresi l’hanno sempre indicata con l’espressione “a Chiazza”. Essa ha sempre rappresentato il simbolo di Favara sia nelle varie manifestazioni popolari che nella vita di tutti i giorni. La presenza del Municipio, della Biblioteca Comunale, dell’Ufficio Postale, del Castello Chiaramonte e di altri palazzi storici, ne hanno fatto la sede per eccellenza dei cittadini, come se fosse la casa di tutti. L’ombra dei suoi alberi ha ristorato intere generazioni, la politica vi ha raccontato le sue ragioni, la religiosità ha chiamato a raccolta la fede della gente, anziani e bambini di ogni tempo, in questo spazio, hanno dato sfogo al bisogno di socializzazione.
Il secondo: riguarda principalmente i nostri storici locali, coloro che per diletto o per passione hanno voluto scavare oltre l’ufficialità dei libri di storia per conoscere i motivi che hanno indotto, nel 1861 anno della proclamazione dell’unità ‘Italia, gli amministratori comunali di allora a sconvolgere la toponomastica delle strade di Favara. Nacquero le piazze Cavour, Garibaldi, Mazzini, le vie Nino Bixio, Vittorio Emanuele, e altre ancora.
Conseguentemente la domanda: cosa hanno portato a noi siciliani questi “illustri piemontesi”? La realtà oggi è sotto gli occhi di tutti. I piemontesi, abilmente pilotati dal primo ministro Camillo Benso conte di Cavour, approfittarono di un particolare momento storico, con l’appoggio interessato della Francia e dell’Inghilterra per annettersi da una parte i granducati a nord di Roma e dall’altra parte per conquistare il regno delle due Sicilie mediante la spedizione di un migliaio di ex galeotti al comando di Giuseppe Garibaldi al quale furono falsamente promessi onori, ricchezze e gloria. Mille pseudo soldati contro un esercito borbonico ben addestrato composto da settantamila uomini! Garibaldi spogliò la Sicilia di tutto. Prelevò dai caveau del Banco di Sicilia 25 milioni di lire di allora con tutto l’oro che vi era conservato. I siciliani furono ridotti alla fame, privati dell’istruzione con la chiusura delle scuole e conobbero per la prima volta la strada dell’emigrazione.
Questo fu il merito di Cavour, ma allora, come sempre succede, i nostri amministratori si schierarono col vincitore e gli diedero onore e gloria.
Oggi la nostra piazza è diventata centro di eccellenza per il risveglio di attività enogastronomiche e turistiche che ci sono invidiate da tutta la provincia. Un appello è stato lanciato dalle pagine di facebook per cambiare il nome di Cavour. La partecipazione è stata entusiasticamente favorevole, i suggerimenti per la nuova titolazione hanno indicato per oltre il 90% Piazza Castello.
Il sindaco Rosario Manganella, recependo il desiderio espresso dagli innumerevoli cittadini, ci ha comunicato la messa all’ordine del giorno per risolvere questo tema, anche a lui tanto caro. A giorni, ha dichiarato, indirà un referendum per far scegliere al popolo il nuovo nome da dare alla Piazza sulla base di tre indicazioni. In ogni caso la nuova denominazione sarà concretizzata entro la fine naturale della sua sindacatura. Plaudiamo a questa iniziativa.
6 commenti
Come sempre la storia la scrivono i vincitori o presunti tali, vale per la spedizione dei mille (galeotti) come per la resistenza ed in generale vale sempre. “Il tempo é galantuomo” recita un vecchio adagio e la verità viene sempre fuori. Speriamo possano avere giustizia le generazioni di Favaresi e piú in generale di siciliani che hanno sofferto il saccheggio, i soprusi e le ingiustizie. I delinquenti non meritano di avere intitolati piazze e strade.
Signor sindaco credo che saremo in tantissimi i favaresi che l’ appoggeremo in questa iniziativa di verità storica e giustizia sociale anche se postuma.
Iniziativa lodevole, che sia l’inizio per poi passare alle altre vie. Grazie al sig. Sciumé, al sindaco e al compianto prof. Varisano. É bene precisare che tale iniziativa é stata ancor prima promossa dal MIS di Favara anni or sono, quando ha proposto di eliminare tutti i nomi che si sono macchiati di sangue per depredarci di tutto, a cui, paradossalmente, é dedicata gran parte del nostro centro storico.
La notizia mi rende felice, ricordo le battute sulla tastiera mentre il prof. Varisano come un fiume mi invitava a tradurle in testo, FORZA FAVARA, siamo sulla via maestra.
Il nome più adatto è Piazza Mendola, visto e considerato tutto ciò che il barone ha lasciato al proprio comune, considerando che nel palazzo Mendola oggi risiede il comune e considerando anche che oggi in piazza risiede la biblioteca Mendola….sarebbe un nome più adatto…”Piazza Mendola”
Plaudo all’iniziativa e propongo d’intitolare la Piazza a Federico II, come dice sempre il mio amico Filippo Sciara, il quale sostiene , documenti storici alla mano, che il cosiddetto “Castello” ,in realtà, non è un vero castello ma il Palazzo di Sollazzo di Federico II, accanto alla riserva di caccia .
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