Certo è che la gente le pensa tutte e certe volte fa centro. L’ultima pensata sulle elezioni comunali, l’ho ascoltata ieri sera e devo, sinceramente, dire che è una previsione quasi scontata.
“Incominciato lo scrutinio del voto la sera del cinque, consiglio a tutti di tornarsene a casa, perché quella del sei Giugno sarà l’inizio di una giornata di fuoco. Sciarri che saranno sedate solo con l’intervento dei Baschi Blu dell’Onu”. Lo ha detto un addetto ai lavori che non vuole essere citato. Ed è una previsione che con molte probabilità si verificherà nei fatti.
Sette candidati in giro per la città a cercare voti, sette “tifoserie” ognuna convinta del proprio successo e, di più, sette moltiplicato sette occasioni di mal di pancia già in atto sono una polveriera pronta ad esplodere. Al momento, il malumore manifestato è del sindaco in carica, ma, dicevo, non è l’unico. E se Manganella quello che aveva da dire lo ha detto, la stragrande maggioranza ha scelto di agire in silenzio nell’ostacolare questa o quella candidatura, riservandosi nel ballottaggio di assegnare il colpo di grazia alla candidatura non gradita.
E’ una storia che si ripete con alla base del malcontento piccole e poco giustificabili ripicche personali rispetto all’interesse della collettività. La sciarra non è sui programmi, ma sulle candidature.
Non è su come voglio la mia casa, ma sulla scelta dell’architetto che la deve progettare. Questa che appare come una assoluta stranezza, in politica è normalità.
Normalità, nel senso che fa parte del gioco la “congiura”.
Alla fine della fiera, si apriranno, comunque, le urne e come dice bene il nostro amico “la mattina del sei Giugno sarà bene restarsene a casa”, ché le sorprese, molte tra queste, le amare non mancheranno, così come le infinite sciarre.