Si è tenuta questa mattina, a partire dalle ore 10.00, la giornata conclusiva della Festa della Legalità 2014. Festa della Legalità che, ancora di più, in questa edizione , si è legata indissolubilmente alla lotta contro la mafia. Durante la settimana di festeggiamenti, infatti, è stato invitato l’imprenditore Ignazio Cutrò, testimone di giustizia e protagonista del libro “Abbiamo vinto noi”, che ha testimoniato la sua lotta continua e costante; così come è stato ricordato il piccolo Stefano Pompeo, l’undicenne vittima innocente di quella mafia che non mostra pietà verso nessuno. Neanche verso i bambini. E proprio sul palco allestito in Piazza Cavour per la VI edizione della Festa della Legalità, attorniato dalle rappresentanze politiche, civili, militari e religiose, ha urlato il suo “No alla Mafia”, il sindaco di Favara Rosario Manganella. Nel suo accorato intervento, il sindaco Manganella, ha ricordato tutte le vite che la mafia ha spietatamente stroncato: Peppino Impastato, il cui corpo è stato dilaniato da una carica di tritolo posta sui binari della linea ferrata Palermo-Trapani; Don Pino Puglisi, primo martire della Chiesa ucciso dalla mafia; Stefano Pompeo, il già ricordato bambino che ,proprio alcuni giorni fa, avrebbe compiuto 27 anni. In una giornata in cui si celebra la Legalità, si è levato alto il No urlato alla criminalità organizzata dal sindaco di Favara.
“Oggi facciamo la festa alla mafia ed ai mafiosi”- dice Manganella. Prova di coraggio e di rispetto per la fascia tricolore che indossa, circondato dai suoi assessori, Manganella ribadisce, ancora una volta, che “il mio approccio alla lotta alla mafia è prima di tutto culturale ed è abbastanza noto”. Il sindaco , facendosi garante di se stesso e degli assessori che lo coadiuvano, ha chiesto pubblicamente, alle istituzioni competenti , di “ accertarsi che vi siano persone degne a rappresentare la città”, partendo proprio dal primo Cittadino e dalla giunta. “Ma la stessa cosa deve essere fatta per tutti i consiglieri comunali, perché si deve appurare se tutti i consiglieri sono degni di salire quelle scale( riferendosi a quelle del Municipio)”. Continua il sindaco dicendo che “Quando noi ci dividiamo vince la mafia, e per fare la festa alla mafia abbiamo bisogno di una città unita”. Parole dure e dirette quelle di Manganella che non ha paura di dire che lotta alla mafia, dunque, deve partire proprio controllando chi fa la politica.