L’annuncio degli amministratori comunali di Licata di volere aderire ad altro Ambito,
precisamente a quello CL 2, o di avviare autonomi affidamenti dei servizi di igiene ambientale,
ha provocato la dura presa di posizione da parte della segreteria provinciale della Cgil-Funzione Pubblica di Agrigento. Il segretario Alfonso Buscemi non ci sta e ha diffidato il rappresentante legale del Comune dal prendere decisioni unilaterali senza la preventiva contrattazione con le organizzazioni sindacali, così come previsto dal CCNL e dalla Legge.
Della sua iniziativa il sindacalista ha informato, oltre alle parti in causa, anche l’ Assessorato Regionale Energia, Dipartimento Acqua e Rifiuti, la Prefettura di Agrigento e la Procura regionale della Corte dei Conti di
Palermo.
“Non possiamo stare con le mani in mano di fronte ad annunci
del genere – spiega Alfonso Buscemi – di fronte a scelte che
metterebbero a rischio i posti di lavoro. Perché quello che emerge da
questa situazione è uno scenario che mi non fa stare tranquillo.
Sembrerebbe infatti paventarsi la possibilità che si possano realizzare
trasferimenti di attività senza il passaggio dei dipendenti, i quali
temono ovviamente la perdita occupazionale. Una scelta che troverà
certamente la nostra ferma opposizione. Noi la riteniamo irresponsabile
e anche dannosa per le stesse finanze dei Comuni, già particolarmente
disastrate, per via dei numerosi contenziosi che inevitabilmente
nasceranno. Il sindacato non permetterà che un solo posto di lavoro
venga perso, specie in questo particolare momento di grave crisi
economica ed occupazionale. E in questo contesto, mi sento pure in
dovere di sottolineare come la Dedalo Ambiente, nonostante le
difficoltà economiche, abbia finora garantito il servizio e pagato le
spettanze ai lavoratori. Tutto questo, mentre chi vuole fuggire altrove
ha un debito di 7 milioni di euro nei confronti della società. Mi
rincresce – conclude Alfonso Buscemi – che gli enti competenti non
hanno risposto alle richieste di convocazione delle organizzazioni
sindacali per discutere sui motivi del contenzioso”.