Lancio un appello ai responsabili delle associazioni degli Enti che insieme ad altri soggetti sono stati invitati a partecipare domani 6 Maggio al tavolo tecnico sull'accreditamento, affinchè facciano sentire forte la loro presenza.
Nonostante ritenga giusto che l'avere invitato le associazioni rappresentanti degli enti formativi sia per l’Amministrazione regionale segno di pluralità, democraticità e sana concertazione, quest'ultime, per il ruolo e le responsabilità di rappresentatività che ricoprono, non possono far finta di niente.
Certo, se ognuno si sedesse a quel tavolo con la copertura della delega ricevuta da parte degli Enti, con il solo scopo di rappresentare e compiacere se stessi o l’ipotetico Ente presso cui a vario titolo opera, non solo non servirebbe a nessuno, ma non farebbe altro che consegnare all’Amministrazione sul piatto d’argento un ennesimo atto di debolezza. Ma sono sicuro che così non è mai stato e non lo sarà mai.
I lavoratori del settore, per un attimo mi perdoneranno se non mi rivolgo direttamente a loro, nonostante come dissi a qualche amico in tempi non sospetti che morto Sansone (gli enti di formazione) cadranno anche i Filistei (i lavoratori), pertanto indirettamente ciò che dirò riguarda anche loro.
Però, francamente, faccio fatica a comprendere come oggi si possa parlare di accreditamento e quindi saltare “di pala in frasca”, mettendo da parte le vere criticità, dimenticare i veri problemi ed anomalie, impegnandosi a parlare di altro.
Vi faccio un esmpio cercando di farmi capire meglio.
Immaginate un tizio, a cui diamo un nome di fantasia, “Lillo”, in autostrada a bordo della sua moto di grossa cilindrata ad una velocità sostenuta, che prima dell’imbocco di una curva si imbatte in una buca che gli fa perdere il controllo della moto, sbalzando su un dirupo aldilà della carreggiata. Mamma mia che botta!!!
Altri automobilisti si accorgono dell’accaduto e provvedono immediatamente a chiamare i soccorsi. Passano pochi minuti, per fortuna, e giungono sul posto la Polizia stradale, due ambulanze, due unità mobili dell’ANAS, addirittura la Guardia Forestale e, inaspettatamente, anche una rappresentanza della protezione civile. Subito dopo anche giornalisti pronti a raccontare il fatto.
Tutti si accorgono immediatamente della gravità dell’accaduto. Le conseguenze sono sicuramente gravi, Lillo è steso per terra e non dà l’impressione di reagire positivamente, ma è “vivo”. Le sue condizioni sembrano veramente disperate, ma una cosa è quello che conta: “è vivo”. In questo momento ciò che conta è di intervenire immediatamente per mantenerlo in vita, del resto qualcuno del posto ci informa che a nemmeno 10 Km. di distanza insiste un “Pronto Soccorso”, famoso per la bravura di chi vi lavora, sapete quelli stile Dr. House.
E invece? Invece tutte le istituzioni presenti, invitando anche qualche automobilista che era sceso dalla sua vettura per accertarsi su cosa stesse succedendo, decidono di prendere posto sedendosi sul guard-rail, lo stesso sul quale aveva battuto la testa Lillo, per occuparsi e discutere della questione. C’è chi vorrebbe studiare le cause che in generale provocano gli incidenti stradali, altri vorrebbero soffermarsi sulla tipologia di segnaletica da adottare, magari utilizzando materiale riciclabile. Addirittura i rappresentanti dell’ANAS prendono la parola dicendo che se ci fossero più garanzie e più incentivi per gli stessi operatori molti incidenti potrebbero essere evitati. Qualche automobilista, su cui qualcuno dei presenti snoda apprezzamenti di meraviglia, perché si vede che deve essere uno che ne capisce veramente, propone di impiantare pali di illuminazione a mai finire, alimentandoli magari con “energia rinnovabile”.
E Lillo? Ma non si doveva tenere in vita per portarlo al pronto soccorso e tentare di salvarlo?
Si, l’intenzione di salvarlo c’è. Anzi c’è tutta. Chi potrebbe dire diversamente? Pensate, infatti, che addirittura gli operatori ed il personale parasanitario e medico delle due ambulanze, si sono già appartati perché stanno per essere interrogati da specialisti del settore per capire meglio se hanno le competenze effettivamente adeguate per poter intervenire nei casi di incidenti stradali come quello che abbiamo appena descritto. In altre parole si devono riqualificare.
Ad un tratto una folla si agita nei pressi di Lillo, il nostro malcapitato. Sono i suoi familiari, per loro è una tragedia. La moglie e i due figli rimangono increduli. Ma non tanto sull’incidente in se stesso, ma per l’immobilità dei presenti, per tutti coloro che dovrebbero essere li per aiutare Lillo e non stanno facendo niente. La protezione civile tranquillizza i familiari, dicendo loro di non preoccuparsi perché lo salveranno, basta solo avere fiducia e di aspettare che il caso venga analizzato con calma, diciamo entro sei mesi. E intanto, che succederà? Pensate che Lillo così possa salvarsi?
Ma torniamo a noi.
Prima di parlare di accreditamento non si dovrebbero trovare a priori le risposte a questi quesiti?
1. Ci sarà un finanziamento di un secondo anno formativo che permetta agli Enti inseriti nell’Avviso 20/2011 di dare continuità alla loro operatività e di salvaguardare i livelli occupazionali?
Se la risposta è si:
2. Ci sarà un nuovo bando riservato agli enti sopra citati oppure una continuità come esito di una rimodulazione e/o riproposizione dei progetti già avviati nella prima annualità?
3. Quali saranno i tempi per l’inizio di una seconda annualità?
4. Vi sarà un processo di riqualificazione di tutto il personale della formazione?
Se la risposta è no:
5. Perchè gli enti dovrebbero continuare a tenere in carico i propri lavoratori, anche se con un’ipotetica sospensione, solo per taghettarli in un nuovo piano formativo gestito magari da altri organismi?
6. Perché la gran parte degli Enti non ha ancora ricevuto il secondo acconto pari al 25%, nonostante sia stato richiesto nelle modalità previste e circa da più di 4 mesi?
7. Perchè gli enti non possono richiedere la seconda anticipazione pari al 30%?
8. Perché non funziona FAROS?
9. Perché l’Amministrazione non sente l’urgenza di denunciare le proprie inadempienze attraverso comunicazioni ufficiali che informino tutti gli operatori del settore?
10. Perché non è possibile comunicare telefonicamente con i funzionari dell’Assessorato?
11. Perché non si può tenere sempre attivo il sistema di Faq che dia trasparenza e maggiore peratività ed efficienza nella conduzione dei piani formativi?
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Ahahahahah bellissimo tutolooooooooooooooooo
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Perche gli Enti, se come giurano, sono con la coscienza pulita non denunciano la Regione e tutte queste inadempienze?
Perchè, a mio modesto avviso, il più pulito ha la rogna……………….
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